Il bello della rete

Questo post credo di averlo già scritto in passato. E neppure una volta sola. Perché lo riscrivo? Perché l’argomento è tornato di attualità di recente, perché a furia di autocensurarmi finisce che qui sopra non ci scriverò più per un sacco di tempo, e allora…
La rete, dunque. Il recente raggiungimento del quorum al referendum ha fatto gridare un po’ tutti al miracolo. È la rete che ci salva, è la potenza della libertà di circolazione di idee del web che ha permesso questa grande vittoria della democrazia!
Ora, ok, sì, forse l’asse dell’informazione si sta spostando. Sempre più persone non la fruiscono più a livello meramente passivo (media generalisti), ma in forma più attiva: si vanno a cercare le notizie online, diffondono quelle che gli interessano. E questa è cosa buona e giusta. Ma.
Ma innanzitutto è andato a votare il 54 % circa degli aventi diritto. Che non mi sembra una stratosferica vittoria della democrazia. Resta il consueto zoccolo duro di un 30% di elettori che non vota mai. Perché non gli interessa, perché so’ tutti uguali, perché è domenica e vado al mare.
Poi, dubito che il quorum sarebbe stato raggiunto con quesiti referendari con minore impatto emozionale: voglio dire, qui si parlava di nucleare, il Satana dei nostri tempi, e dell’acqua pubblica. Nessuno mi toglie dalla testa che tanta gente è andata a votare convinta che se poi passava il no sul quesito del nucleare avremmo avuto esplosioni atomiche come se piovesse in Italia.
La gente poi si è fatta un’idea anche dallo sproposito di manifesti in giro per le città, dal volantinaggio della gente…insomma, anche coi metodi “vecchi” della politica.
Ma veniamo alla rete. Cos’è la rete? La rete, per usare l’efficace metafora che lessi nella firma di un utente di un forum qualche tempo fa, è quel posto che ha dato voce a gente che altrimenti non avresti ascoltato neppure in fila al cesso. Purtroppo temo sia vero. E mi ci metto anch’io nel mucchio.
Facciamoci un esame di coscienza. Andiamo online per cercare notizie, per divertirci leggendo, o per poter dire la nostra? Io non ho alcuna remora a dichiarare che ho iniziato ad interessarmi ad internet quando ho scoperto i forum: non mi sembrava vero di poter postare da qualche parte le mie lunghissime e deliranti recensioni dei film de Il Signore degli Anelli, o le disamine puntuali delle puntate dei Cavalieri dello Zodiaco. A volte neppure leggevo le opinioni degli altri. Postavo la mia e aspettavo: che qualcuno mi dicesse “cavoli, hai proprio ragione, bel post”, e aggiungesse una sua riflessione. Siccome non credo di essere l’unica a pensarla così, sono convinta che parecchie altre persone sono online per la stessa ragione: esprimersi. Senza contare che un buon 80% degli italiani ha ambizioni letterarie, perché è sostanzialmente convinto che mentre per dipingere ci vogliono anni di studio, e qualsiasi altra attività artistica richieda competenze specifiche, scrivere no: cavoli, ce lo insegnano a scuola, a scrivere!
I blog, da questo punto di vista, sono il massimo. Anche il blogger più improponibile trova almeno dieci o venti utenti che lo leggono con piacere e plaudono a quel che dice. Perché la rete si organizza così, per cluster: persone simili si ritrovano assieme, e fanno amicizia, beandosi di far parte di un gruppo in cui la si pensa più o meno tutti allo stesso modo. E ovvio, però, che appena si forma un cerchio, come spiegava efficacemente Frate Guglielmo ad Adso ne Il Nome della Rosa – lo so, lo so, ho sempre gli stessi riferimenti culturali – qualcuno ne resta tagliato fuori. E il bello sta proprio lì. Che la comunità appena formata si sente diversa, migliore da tutti quelli che ne restano tagliati fuori. È una dinamica che ho osservato in tutti i forum che ho frequentato, e che alla fine mi ha spinto ad abbandonarli tutti.
Pian piano ci si trasforma in una piccola accolita di persone che hanno in mano la verità. L’affermazione del gruppo passa anzi proprio attraverso il formarsi di una consapevolezza di essere un insieme delle persone con delle specificità che differenziano dalla massa, e dare addosso a chi non la pensa allo stesso modo è un modo per rinsaldare l’appartenenza al gruppo.
Succede ovunque online, pensateci. Basta fare un giro su un qualsiasi forum che parla, che so, di musica. I nuovi arrivati spesso vengono direttamente respinti e sbeffeggiati. Chi ama, invece dei Pinco Pallo, i Pallo Pinco è automaticamente uno che non capisce un cazzo di musica e via così.
L’attrattiva di un mondo fatto così è evidente. Nella vita reale la spinta all’omologazione è fortissima: siamo tutti soggetti al bombardamento da parte di modelli pervasivi, ai quali tutto sommato cerchiamo di omologarci. Vogliamo essere come gli altri, e non lo siamo mai. Online, protetti anche dall’anonimato, che ci permette di rifarci una verginità, di mostrarci del tutto diversi da quel che siamo, se vogliamo, possiamo sentirci diversi, appartenenti ad un’accolita di esseri superiori che sanno, che hanno capito.
Tutto quello cui stiamo assistendo in questi giorni non è altro che questo. Piccoli gruppi che rivendicano la loro diversità, e per farlo, come succede in tutte le comunità umane, si devono trovare un nemico, qualcuno da sbeffeggiare. E non illudiamoci. Senza blog e senza forum la rete sarebbe morta. A parte per il porno, certo. Vogliamo parlare, parlare, parlare, senza prenderci la briga di ascoltare. Proprio come vogliamo scrivere, senza doverci annoiare a leggere.
Io, alla fine, mi sono sottratta. Ho abbandonato tutti i forum che ho frequentato perché dopo un po’ non ne potevo più della gente che faceva il bullo coi newbies, perché non sentivo il bisogno di far parte di nessun gruppo, e soprattutto non volevo prendermela con nessuno. Mi sono rintanata nel mio blog. Dove posso dar sfogo alla mia voglia di scrivere, che resta la pulsione più forte della mia esistenza. Parlare, dire, raccontare. Certo, leggo altri blog, ma non intervengo mai. Perché praticamente sempre finisce che c’è qualcuno contro qualcun’altro, e il qualcun’altro è tipicamente quello estraneo, che non sta alle regole, che semplicemente ha detto “ma io non sarei d’accordo”. E i linciaggi di massa non mi piacciono neanche un po’.
Voi direte, anche noi siamo un gruppo. Probabile. Ma io non credo mai molto a quel che di bene dice la gente di me. So che domani verrà fuori qualcun’altro che gli piacerà più di me, e tutto quel che dico, tutti i post su cui avrete assentito, saranno dimenticati. E poi, siamo un gruppo aperto, via. C’è gente che va e gente che viene, e tutto sommato ho cercato di non dire mai “noi contro loro”. È poco? Probabilmente sì, ma, sapete, si comincia dal piccolo, o almeno io sono convinta che sia così.

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34 risposte a Il bello della rete

  1. lorenzo scrive:

    completamente daccordo… è un fenomeno che si è sviluppato anche su facebook, infatti a volte diventa difficile navigare in alcune pagine e esprimersi liberamente…

  2. marty =D scrive:

    dragonheart: forse sono io la disperata..
    ma già ci ho tentato con i miei cugini
    i miei compagni di scuola ect…..
    sono disperataaaaaaaaaaaaaa cercasi musa o muse o muso ( musa al maschile)
    ……. HELPPPPPPPPPP

  3. dragonheart scrive:

    Licia: ci sono certi blog che sono vere e proprie dittature sanguinarie, stile “o la pensi come me o puoi andare all’Inferno”. Ce ne sono altri che sono sempre dittature, ma un po’ più democratiche (scusate il gioco di parole): non si censurano gli utenti che la pensano diversamente, ma si invita a esprimere la propria opinione con decoro e rispetto. Non mi sembra una brutta cosa, e funziona anche :-)
    @marty =D: io sto scrivendo un libro insieme a un mio amico e l’idea ci è venuta leggendo, se questo ti può essere utile… :-)

  4. marty =D scrive:

    Licia : vorrei sapere dove trovi tutta questa fantasia ??? c’era un’altra cosa però che vorrei dirti: ma tu prima di scrivere la tua prima saga , hai avuto qualche intoppo con trame meno avvinceti ???
    ex.stai scrivendo un romanzo arriva un lampo di genio che ti porta a scrivere un nuovo libro
    per me di quanti libri ho scritto (fino al 4° capitolo) se ne contano quasi cento:-(

  5. Valberici scrive:

    Licia: “in diritto di prendere contromisure”, vero, e io l’ho fatto, offline, però rimane l’amarezza per essere stato costretto ad usare la forza, mia o della legge. Per me almeno è così. :(

  6. Toboe97 scrive:

    Oh che bel post!
    A me piace molto stare su internet.
    Fai conto che su msn ho più contatti di persone conosciute sui due forum che frequento che di amici/compagni di classe.
    Penso che i blog o, specialmente, i forum sono luoghi dove si possono conoscere moltissime persone e confrontarsi.
    E questa è un se una cosa positiva.
    Il problema è che ovunque, compresa ovviamente la rete, ci sono i maleducati, i troll o le persone definite n00b.
    Per n00b si intende una persona (generalmente un ragazzino) particolarmente inesperto e che fa domande su domande e spesso non ha molto tatto.
    Il problema è che la maggior parte dei ragazzini n00b, è pure un troll e un maleducato.
    E capisci che quando si trovano persone del genere, è facile che la comunità se la prenda con lui.
    Se il ragazzino di turno si iscrive al forum che io frequento da quasi due anni e inizia a fare commenti idioti e quando lo si riprende si arrabbia e inizia ad insultare che ha più esperienza di lui dicendo che sono tutti degli incapaci, a qualunque moderatore o founder/admin girano un po’ e di riflesso anche a tutto il forum.
    Secondo me l’atmosfera di un determinato forum (mi pronuncio principalmente su questi perché ne conosco meglio la “mentalità”) è decisa parecchio da chi lo modera e lo gestisce.
    Generalmente un forum è gestito da persone che hanno voglia di confrontarsi con altri e di condividere le proprie passioni e secondo me in linea di massima questo è giusto.
    Ovviamente ci sono quelli che non sopportano critiche o qualunque altra cosa negativa rivolta loro e iniziano a sbannare a destra e a manca.
    Diverso è quando si parla di social network quali Facebook o, per citarne uno più specifico DeviantArt.
    Sono entrambi siti internazionali, dove circolano centinaia di migliaia di persone di ogni tipo.
    Dal bambino che vuole soltanto vantarsi un po’ di avere un profilo sul determinato sito, allo stalker vero e proprio.
    Una ragazza di un forum che frequento è stata più volte importunata da un tizio sconosciuto.
    Si è lamentata più volte con lo staff e loro niente, continuano a sbattersene.
    Lo staff di facebook lo stesso.
    Sono cose troppo grandi per poter essere gestite.
    E si arriva a questi punti.
    Secondo me quando si gira su internet bisogna fare moooooolta attenzione a chi si incontra, perché potrebbe essere pericoloso.

  7. Genny scrive:

    marty =D l’avevo capito che si trattava di siciliano, sono di Napoli ma praticamente sono molto affezzionato alla Sicilia e al suo dialetto, mi piace parecchio, ho molti amici siciliani che me lo insegnano e ho avuto persino insegnanti siciliani che a volte in classe per scherzare si mettevano a parlare in siciliano ;-)
    Licia non vedo l’ora di leggere il tuo nuovo libro, spero esca un pò prima di novembre ihih…è solo che non vedo l’ora di immergermi in altri mondi da te creati ;-)

  8. alarys scrive:

    ciao Licia!!! Volevo chiederti una cosa che non c’entra nulla con l’argomento, comunque…ma il tuo nuovo libro I regni di nashira che giorno uscira’?? :) :)

    • Licia scrive:

      alarys: una data ancora non esiste. Dovrebbe uscire in novembre, considera che mi restano da scrivere solo l’ultimo capitolo e l’epilogo

  9. Valberici scrive:

    Ecco, secondo me i problemi si presentano quando si vuole creare e gestire un blog in maniera “democratica”. In questo caso si finisce col rimanere delusi e arrabbiati, e sono d’accordo con chi preferisce chiudere. L’alternativa, che io ho applicato finora, è una ferrea moderazione. Devo dirti che a volte scelgo un commentatore che è sulla linea del confine del trolleggio e provo a dialogarci, ma va sempre a finire male. L’ultima volta era una che mi chiedeva come faceva a piacermi il libro di Ross. Sono riuscito a sostenere una coversazione pacata per pochi commenti e poi ho dovuto bannare. Peccato perchè mi piacerebbe discutere con chi non la pensa come me.
    Ci sono poi casi, e credo che tu sai a chi mi riferisco, in cui si va verso derive addirittura pericolose, con minacce di morte e un vero e proprio stalking. Ed è paradossale che queste situazioni che si creano per la “troppa” democrazia e disponibilità del blogger finiscano per degenerare in accuse di prepotenza, discriminazione e “liberticidio” nei confronti del blogger :(

    • Licia scrive:

      Val: guarda, libertà di parola è uno di quei termini che vengono citati veramente a vanvera. Esiste la libertà di espressione, certo, ma la legge delimita bene la differenza tra un’opinione e la diffamazione e l’insulto. Poi, vabbeh, così come nella vita reale difficilmente quereli uno che ti manda a quel paese in mezzo alla strada, anche online si soprassiede. Ma quando si superano certi limiti, diversi ovviamente da persona a persona, uno è tutto in diritto di prendere contromisure. Conosco persone che sono state pesantemente, ma davvero pesantemente diffamate in rete…e non sto parlando di un semplice insulto.

  10. marty =D scrive:

    genny e gio: il dialetto appunto e siciliano spero che altri ci siano arrivati senza traduzione
    il fatto è che per un dialetto ho sconvolto il blog ;-o

  11. Genny scrive:

    Credo si tratti di dialetto siciliano, che tra l’altro mi piace anche molto :-)

  12. Gio scrive:

    Marty: non ci sarei mai arrivata! :) grazie! Ma che dialetto è? (scusate, so che non c’entra, ma sono curiosa)

  13. marty =D scrive:

    comunque la pronuncia è molto diversa stile cantilenante , chiusa e per ogni consonante raddoppiamo la marcatura della lettera

  14. marty =D scrive:

    gio: i veri ra pignatta i sapi sulu a cucchiara c’arrimina
    i segreti della pignatta li sa solo l’infate mascherato che la mescola
    ovvero
    il segreto di qualcuno se lo tengono stretti solo quell’uno e gli uni che ne hanno a conoscenza ;-)

  15. Ziska scrive:

    Ma guarda che io concordo con te su tutto. La differenza sta che tu poni l’accento sul mezzo ed io sulla gente che lo utilizza.

    Il fatto che una persona sia un Troll (o magari solo un gran cafone) non dipende dalla rete, dipende dall’educazione che ha ricevuto. Poi certo, la rete gli permette di amplificare il suo comportamento da emerito imbecille. Però ecco se ci sono tanti Troll e cafoni in giro io non mi preoccupo per la rete, ma perché questo è sintomo che a livello sociale manca proprio l’educazione basilare.

    Il problema è sempre là, la tecnologia è buona o cattiva? Non è nè l’una nè l’altra, è neutra, dipende dall’uso che ne facciamo noi.

    Per quanto riguardai i bambini siamo sempre lì: tutto sta a non abdicare al ruolo di guida ed educatori a favore di internet o della Tv o di qualunque altro mezzo.

    E’ come i videogiochi. Quando viene detto che certi videogiochi sono “sbagliati” perché troppo violenti o perché possono turbare lo sviluppo psicologico di un bambino lì mi incavolo veramente come una bestia: sui videogiochi c’è grosso tanto così e ben visibile un bollino, il PEGI, che classifica il gioco non solo in base all’età ma anche in base ai contenuti. Spesso nei negozi vedo genitori che ampiamente se ne infischiano e prendono per il figlio dodicenne giochi come Gears of War, Bioshock o Assassin Creed. Tutti giochi PEGI 18. Perchè? Perchè per alcuni è più comodo. Ma è sbagliato. QUEL gioco è fatto per un pubblico adulto e metterlo in mano a un ragazzino potrebbe essere dannoso.

    Allo stesso modo mi incavolo come una bestia quando vedo ragazzini di otto o nove anni con un profilo facebook, a volte neanche chiuso (per cui si riesce tranquillamente a leggerne la bacheca), e mi domando: perchè? A che serve a un bambino che va alle elementari un profilo facebook? Perchè un genitore mette nelle mani di un bambino uno strumento tanto potente e potenzialmente pericoloso a quell’età, e senza nemmeno usare un minimo di accortezza? E “ce l’hanno tutti” non è una risposta valida =)

    Comunque bell’argomento hai tirato fuori con il post di oggi ;)

    • Licia scrive:

      Ziska: non hai per niente torto…è che in linea di massima mi fa incazzare che un mezzo potente debba finire seppellito sotto l’ignoranza di chi non sa farne buon uso, forse per questo sono un po’ troppo tranchant nei giudizi…

  16. Gio scrive:

    Ehm…marty, posso chiedere una traduzione del proverbio? Mi ci sto rompendo la testa da mezz’ora (leggendo la frase con tutte le intonazioni possibili)ma proprio non ci arrivo :-)

  17. marty =D scrive:

    bravissimaa!!! ce ne vuole per comprendere un proverbio dialettale

    comunque il significato ha ragione da vendere … ed è presente ogni giorno

    grazie finalmente ha messo =D ha un suo significato nn è solo una faccina :-D

  18. Ziska scrive:

    Io penso semplicemente che la rete, come tutte le cose che nascono dalla massa informe, sia un riflesso di quello che avviene nella società al di fuori della rete stessa. La rete, grazie all’anonimato, accentua semplicemente alcuni lati del carattere delle persone.

    Per il resto la rete per me è e rimane un potente mezzo di comunicazione e di reperimento di informazioni, dove sperimentare nuovi modi di comunicare ma non solo, anche nuovi contenuti. Crea sinergie, la rete.

    Certo poi occorre verificare quello che si legge in rete perchè il suo “bello” è anche il suo “brutto”: non c’è controllo. Personalmente io su internet reperisco un sacco di informazioni che altrove mi sarebbe impossibile trovare (e spesso anche per lavoro) e, anche se poi il lavoro di ricerca e verifica può essere a volte lungo e laborioso, mi permette con uno sforzo tutto sommato basso, di accedere a un sacco di contenuti.

    E penso che la potenza della rete si sia vista in occasione proprio di questo referendum. E m’è piaciuta e mi ha commossa e mi ha anche confortata, perché ho visto tanti ragazzi, che conosco più o meno personalmente, muovere metaforicamente il culo e fare qualcosa. Forse se non si fosse trattato di nucleare non sarebbe successo, dici? Non lo so. Secondo me sempre più gente si sta scocciando di essere presa per i fondelli e di fare il fantoccio e vuole riprendersi il diritto a dire la propria.

    Ma anche senza entrare nei massimi sistemi la rete è un valido aiuto.
    Non ho tempo di fare un corso di Photoshop? Vado su youtube e seguo dei tutorial, vado su piattaforme dedicate e mi compro il modulo di insegnamento che serve a me sul tema che serve a me.

    Insomma la rete è semplicemente quello che siamo e che facciamo noi.

    • Licia scrive:

      Ziska: assolutamente. Però va saputa usare, e purtroppo un sacco di gente proprio non lo sa fare, anche per il mero reperimento di notizie. Penso ad esempio al complottismo dilagante: anche lì, è che non è così automatico discernere le cose serie da quelle che non lo sono. L’uso della rete andrebbe insegnato, perché è un’arma a doppio taglio. Anche io la uso tantissimo per entrambi i miei lavori, ma appunto ne ho affinato l’uso con gli anni. Chi invece ci finisce così, magari ragazzino, senza reti di protezione? Ad esempio nessuno riflette mai sul fatto che quel che c’è in rete è virtualmente eterno. Dire una cazzata online non è come dirne una al bar sotto casa. Scripta manent, anche una volta che hai cancellato quel che hai scritto. Un traccia rimane, per sempre. E questo tantissima gente non lo sa. Per dire, prima di postare un Tweet ci penso due miliardi di volte – considerato gli strafalcioni in quelli in inglese forse dovrei pensarci venti miliardi di volte :P – perché so che quella roba è, per mia scelta, per altro, pubblica, la leggono tutti, e allora devo essere il più chiara possibile. Non spargo foto di mia figlia in giro perché una volta che ne hai postata una, quella si riproduce viralmente e resterà in eterno. Mio marito ancora s’incazza quando trova le foto del nostro matrimonio in giro, e le trova nei contesti più disparati. Guarda, al limite io sarei per insegnarlo a scuola l’uso della rete, con tanto di netiquette, perché saper interagire con la gente anche è un’arte.

  19. LambeAndoLambe scrive:

    Devo dire la verità: mi sono proprio divertito a leggere questo post. E perchè condivido il contenuto E perchè è stato molto arguto il modo in cui Licia l’ha dipanato.
    Io uso la rete per sole 4 cose: la mia ormai indispensabile mail (solo 5 anni fa non avrei mai pensato di non poterne fare a meno), il fantastico sito dell’IMSLP, il “mulo” e poi ogni tanto e MOLTO raramente siti vari (“in primis” http://www.liciatroisi.it) per Informazione o più spesso per cercare documentazioni ufficiali di natura amministrativo-scolastica.
    Visto che l’altro giorno è venuto fuori il buon Andy Wharol all’Esame di Stato penso che il suo pensiero del “quarto d’ora di notorietà” con la rete ci vada a braccetto. Forse lui nemmeno avrebbe sospettato una tale possibilità di notorietà alla portata di tutti. Io sono finito in 2 video caricati su Facebook (e fb io non ce l’ho) che potenzialmente possono essere visualizzati da centinaia di persone. E tutto questo senza che io volessi “mettermi” in rete. Figuriamoci se uno al contrario sfrutta internet proprio a questo scopo! Per questo non do mai troppo credito alle notizie della rete e preferisco approfondire in altre sedi, più lente forse ma almeno affidabili o verificabili.

  20. Pingback: Anonimato e Rete « Le Strade dei Mondi

  21. M.T. scrive:

    Ottimo post.
    La rete è un mezzo, la sua bontà la decide chi la utilizza: è una realtà che conoscono in molti.
    Come è una realtà che a molti fa piacere, specie in una società come quella attuale che isola le persone, trovare qualcuno con cui condividere lo stesso pensiero, le stesse passioni. E’ bello aprirsi al confronto, vedere le cose sotto diversi punti di vista. Tuttavia mi trovo a disagio quando si cominciano a utilizzare etichette (tipiche dei gruppi) perché sono schemi limitanti, che non fanno comprendere appieno la persone. E questo non è qualcosa di buono.

  22. Genny scrive:

    Licia concordo con te sul fatto della moderazione, di certo è una cosa giusta per evitare dei problemi ma ci sono persone che hanno un blog in cui i commenti sono moderati, ma che magari non li pubblicano solo perchè vanno contro corrente ai suoi pensieri o al suo modo di vederla e credo che facendo così sia ingiusto, così è vera e propria dittatura. Io ho un blog, ma non ho la moderazione, prferisco far sentire libero a chi commenta di dire la propria subito e senza dover prima aspettare che qualcuno controlli il suo commento, ma capisco anche chi come te modera i commenti a patto però che lo sappiano fare nel modo giusto, come appunto vedo che fai tu, che dai parola anche a chi la pensa in maniera diversa da te. Persone che hanno la moderazione e che cancellano i commenti che non la vedono come preferirebbero loro le trove ingiuste e proprio come hai detto tu è un comportamento da vero e proprio “bullo”.

  23. marty =D scrive:

    aggiungo però che internet non è tutto rosa e fiori in alcuni blog ci”MANGIANO” UN POCHETTINO
    PERCHè
    I VERI RA PIGNATTA I SAPI SULU A CUCCHIARA C’ARRIMINA

  24. marty =D scrive:

    diciamo che internet e gli anessi siano un buon modo di conoscere gente nuova e di soddisfare delle curiosità.. infatti io quì sto conoscendo tanta gente simile a me… e anche pensieri a cui nn ho fatto mai molto caso.. e che ora ci ragiono molto sù
    tranne le cose politiche che nn mi interessanop granchè u.u

  25. Genny scrive:

    A me è capitato spesso di frequentare blog in cui non la pensavano esattamente come me, ma mi sono trovato sempre bene, cercavamo di parlare e di confrontarci senza liti e senza usare nessun comportamento discriminante. Un pò di tempo fà però sono sfociato in una discussione animata in un blog in cui commentavo da anni, e l’esito sapete quale è stato? la creatrice del blog mi ha censurato, si proprio così, non mi ha dato più modo di lasciare commenti, l’ha fatto senza che io avessi usato parole volgari o di disturbo per qualcuno e solo perchè non la vedevo come lei.
    Ma ci sono tanti blog in cui si discute molto amabilmente, ci sono scambi di opinioni e punti di vista assai diversi ei nuovi arrivati vengono sempre trattati bene.
    Io credo che “l’ambiente” che si respira in un blog è tutto nelle mani di tutte quelle persone, tutte quelle anime che stanno dietro al computer, a volte ci sono persone che vogliono sfogare le loro frustazioni in commenti “discriminanti” e da “dittatori” oppure da “bulli” come ha detto Licia, proprio per far vedere in rete chi sono e che ci sono anche loro,o almeno così è come la penso io.
    Mentre in altri blog si respira tutta un altra aria, piacevole e serena…dipende tutto da chi scrive, la rete è un mondo complesso, piena di persone che si vogliono mostrare per quelle che non sono o semplicemente gente che ama leggere e confrontarsi, un insieme di pensieri, a volte diversi e a volte simili…la rete dopotutto assomiglia un pò al mondo, tante persone diverse…che a volte litigano solo perchè non la si pensa allo stesso modo.
    Sinceramente non amo molto stare su Internet, ma quando ho tempo mi piace passare qualche ora a leggere e confrontarmi senza mostrarmi per quello che non sono e senza criticare chi la pensa diversamente da me, ma non tutti sono così…

  26. Giulio GMDB© scrive:

    Io la vedo un po’ diversamente: ok, internet è un buon modo per informarsi (ed anche disinformarsi, visto che c’è di tutto e di più, anche cose che nemmeno Giacobbo si sognerebbe).
    Però è anche un buon modo per conoscere nuove persone.
    Dici giustamente che alla fine ci si ritrova fra quelli che hanno lo stesso modo di pensare. Beh, è vero anche nella vita reale.
    A me piace scrivere un po’ di tutto sul mio blog ed allo stesso modo leggo parecchi blog diversi fra loro. Ovviamente ci sono argomenti che mi interessano di più ed è su questi che alla fine scrivo, leggo, commento e ricevo commenti.
    La cosa più bella è che alla fine con parecchie persone conosciute su blog, twitter e Newsgroup ho fatto realmente amicizia, nel senso che ci siamo conosciuti di persona, andiamo in giro in moto assieme, ci vediamo per ritrovi davanti ad una tavola o per un aperitivo o per una vacanza… E molti vivono in altre città.
    Internet è un po’ anche un bar dove ritrovarsi e chiacchierare quando non è possibile farlo di persona.

    • Licia scrive:

      Giulio: assolutamente sì, anch’io ho conosciuto virtualmente tanta gente con cui ho stretto legami realissimi. Però a volte penso che la parte settaria della rete sia quella preponderante: dare addosso a qualcuno, fare gruppo contro chi la pensa diversamente, tira tantissimo online, dove il livello dello scontro è sempre più alto, in virtù dell’anonimato e dello schermo che c’è di mezzo. Esempio: mi è capitata una volta sola di incontrare una persona cui i miei libri non erano piaciuti e che me l’ha detto senza problemi. Ne ho apprezzato il coraggio, è stato un incontro tutto sommato interessante. Ma online ce ne sono a frotte, che linkano le loro recensioni negative in ogni dove, spesso copincollando la stessa recensione in più forum. Non sto dicendo che non sia leggittimo, finché ovviamente non si scade nell’insulto a uffa, ma fa riflettere che dal vivo la gente si esprima molto meno liberamente.

    • Licia scrive:

      Ah, piccolo punto ulteriore: io penso che una democrazia sia un forum, ma un blog è senza dubbio una dittatura. I commenti sono moderati secondo criteri da me scelti arbitrariamente, principalmente per evitare lo spam selvaggio, ma certe volte anche per bloccare il flame o per evitare gli insulti

  27. axelander scrive:

    Non immagini quanti forum ho frequentato e sopratutto con quanti ho avuto discussioni e litigi solo perchè la pensavo diversamente da loro. Anche solo farlo per una volta dopo mesi in cui eri il loro miglior amico(si fa per dire) ti additavano come un eretico. Infatti anchio come te ho abbandonato i forum ma solo nello scrivere perchè nel leggere le cagate che a volte scrivono mi diverto e penso che non sono uno stupido. La rete aiuta,ma fa anche del male. Come diceva quella pubblicità “se lo conosci lo eviti,se non lo conosci ti uccide”.

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