Le Rose di Versailles

Sull’onda del revival tardo-adolescenziale, mi sono fatta comprare da Giuliano tutto il fumetto di Lady Oscar. Il primo numero l’avevo comprato a Lucca a novembre, mi era piaciuto molto e così ho voluto il resto, che arrivato tipo una settimana fa.
Ora, in verità da bambina Lady Oscar lo vedevo, ma non è che fosse proprio il mio cartone animato preferito. A dirla tutta, mi metteva l’ansia. Troppo cupo, troppo drammatico, mi angosciava tutta quella gente che non faceva altro che intrigare, ammazzare e soffrire. Quando ero adolescente, le mie amiche se lo vedevano e lo adoravano. Io all’epoca ero persa dietro Sailor Moon, per cui passai. Ma quel cartone animato cupissimo, con una protagonista femminile così atipica e forte mi aveva colpita, anche se non ne ero consapevole.
Mi stupisco sempre di come, tra tutte i rimandi e le fonti che la gente intravede nei miei libri, nessuno becchi mai Lady Oscar. Sebbene Nihal non abbia più o meno niente di Oscar e Sennar si guardi bene di assomigliare ad André, il loro rapporto è molto simile a quello dei due protagonisti di Versailles No Bara. Questa cosa l’ha colta solo Giuliano. Gli altri non la vedono. Strano, perché a me sembra lampante.
Comunque. Mentre scrivevo La Setta degli Assassini ed ero felice esule in Germania – un posto al quale di recente non riesco a pensare senza il magone, dannazione… – mi rividi tutta la serie tv con Giuliano. E me ne innamorai. C’era veramente tutto: amore, morte, grandi ideali. Era grande narrazione popolare, che per altro mi aiutava a indagare un periodo storico di cui ricordavo davvero pochissimo (lo confesso, sono una tragedia in storia…). Il passo dall’anime al fumetto è stato piuttosto lungo, ma è arrivato.
Ok, tutto sommato alcune scelte sugli snodi principali di trama, e anche sulla sceneggiatura, diciamocelo – quell’”Una rosa è una rosa anche se essa sia bianca o rossa. Una rosa non sarà mai un lillà” ha fatto sospirare più o meno tutta la mia generazione, me compresa, anche se avevo la bellezza di 24 anni – rendono nel complesso l’anime superiore al fumetto. Però, ragazzi, il fumetto resta un’opera davvero “massiccia”. È un monoblocco tematico, di una compattezza paurosa, un controllo di trama saldissimo e personaggi enormi. Tra l’altro, pubblicato negli anni ’70, doveva essere una rivoluzione non da poco: uno shojo con la protagonista che era un guerriero e si vestiva da uomo, in cui la gente si picchiava e che aveva al centro un episodio storico raccontata in dettaglio quasi filologico. Considerato il contesto e tutto, io lo trovo semplicemente un capolavoro. In questi quattro giorni di lettura è stato una droga. Nonostante il disegno ormai datato e le concessioni alla svenevolezza. È potente, c’è poco da fare, di una potenza che molti dei fumetti che vanno per la maggiore oggi si sognano. Eh sì che ormai siamo più scafati. Eppure quella donna che passa una vita intera a cercarsi, che agisce sempre spinta da motivazioni interiori forti, da una ricerca per nulla banale di se stessa, del proprio posto nel mondo, della verità, è qualcosa che colpisce con la forza di un pugno. Ed è terribilmente attuale. Perché nonostante il femminismo dovrebbe essere tutto sommato ormai acquisito, il modello imperante non è quello di Oscar; al massimo è Maria Antonietta, che l’unica libertà che può concedersi è di sognare su un amore impossibile, e per il resto annullarsi nel suo ruolo di madre.
Non so, sarà il periodo in cui l’ho letto, sarà il riverbero di tutte le riflessioni che ho fatto quest’anno, e forse anche di quello che ho scritto negli ultimi mesi, ma mi ha colpita profondamente. E non solo per il triangolo o la straziante storia d’amore, ma anche per la molteplicità di temi collaterali. Ad esempio, ne viene fuori un ritratto tremendo dell’uomo di fronte alla Storia. Perché alla fine tutti gli attori messi in scena sono semplici uomini, dalla regina ad André, persone che per varie ragioni non sono libere. La ragion di stato, la società, la Storia, impongono loro dei ruoli ai quali sentono di non poter aderire. E caso vuole che proprio questo sia uno dei temi di cui ho scritto in questi mesi. E le loro vicende finiscono spazzate via dalla potenza della Storia: la forza della fumetto sta anche in questo, che dalla prima riga sai che andrà a finire male, perché il mondo dorato di Versailles sta per essere spazzato via, perché fai il contro alla rovescia fino a quel 13 luglio 1789 che ha cambiato i destini del mondo, e non solo della Francia. Il fato dei protagonisti è segnato, perché si trovano a vivere intorno ad uno snodo della storia, e non a caso la sensazione che più travolge i personaggi è l’impotenza. L’impotenza del singolo di fronte alla massa, davanti al meccanismo inarrestabile che porta gli ultimi a diventare i primi e viceversa, in una ruota crudele che dall’inizio della storia dell’umanità non ha mai smesso di girare. Il piccolo mondo di Versailles che viene messo in scena nel primo numero ci commuove e ci fa tremare le vene dei polsi, perché sappiamo già che è destinato a sparire da lì a pochi anni. Le individualità dei personaggi si sciolgo nell’insensatezza della folla, che non ha pietà, che non ha testa, dominata com’è dagli istinti più bassi, più basilari. In questo senso, è magistrale la chiusa del fumetto, su Fersen linciato dalla folla. È la fine di ciascuno dei personaggi di questa vicenda: ognuno di loro è finito fagocitato dagli eventi, i suoi piccoli sentimenti si sono sciolti nella grandezza di un dramma collettivo. Per questo il fumetto e l’anime sono così intensamente tragici, così terribilmente grandiosi.
Insomma, è stata proprio una bella lettura. Una lettura istruttiva, direi, come succede un po’ con tutti i libri, o i fumetti, in questo caso, che colpiscono molto, nel bene o nel male. E m’ha lasciato addosso una gran voglia di rivedermi il fumetto, che attaccherò non appena avrò finito I Cavalieri dello Zodiaco.

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31 risposte a Le Rose di Versailles

  1. Olga scrive:

    Ciao Licia! Ascolta, ma dove sei riuscita a trovare tutti i fumetti? Io li sto cercando da matti, dal primo all’ultimo e tutti della stessa edizione, ma non riesco a rintracciarli! Riusciresti a dirmi dove li hai trovati? Grazie!
    (P.S. Sei fantastica!)

  2. Valberici scrive:

    Oggi è l’anniversario della morte di Oscar François De Jarjayes…son trascorsi esattamente 222 anni ;)

  3. sam97 scrive:

    non lo apprezzo molto, se non perchè ha fatto conoscere la mia Regina Maria Antonietta ai giovani (anche se in modo poco storico) un po’ come con il cartone su Elisabetta d’Austria. :D

  4. Babil scrive:

    Fermo restando la comicità involontaria dell’episodio del sorteggio dei luoghi di addestramento:”Phoenix, tu andrai nell0isola di Andromeda a prendere l’armatura di Andromeda; Andromeda, tu andrai nell’isola della regina nera a prendere l’armatura di Phoenix!” “WTF?!”

  5. Babil scrive:

    Parliamoci chiaro: senza l’adattamento italiano i Cavalieri dello Zodiaco non varrebbe una cippa, sarebbe caduto nel dimenticatoio come Samurai Troopers…

  6. Paola scrive:

    La Ikeda è una delle mie mangaka preferite e Oscar e Andrè mi fanno piangere ogni volta che torno su quelle pagine.
    I Cavalieri dello Zodiaco invece ,il cui anime nella mia adolescenza ho adorato (il manga al contrario non mi è mai piaciuto), sono credo l’unico anime che anche se filologicamente infedele, ha acuistato moltissimo con l’adattamento italiano: i dialoghi sono diecimila spanne sopra quelli originali giapponesi.

  7. axelander scrive:

    Come disse un comico una volta. Lady oscar è forse uno dei primi transessuali o travestiti della storia dei fumetti :-)

  8. Cecilia scrive:

    “I Cavalieri dello Zodiaco”… mai anime shonen fu così ridicolizzato dall’adattamento italiano (ma la palma spetta a Sailor Moon, una cosa vegognosa). Consiglio vivamente la versione originale “Saint Seiya”, audio jappo e sottotitoli.
    Perché, scusatemi, ma “Andromeda, cavaliere di Andromeda”, “Pegasus e Fenix cavalieri di Pegasus e Fenix” non si possono ascoltare senza piangere.
    Shun di Andromeda, Seiya di Pegasus e Ikki di Phoenix. Viva i nomi originali.

    • Licia scrive:

      Cecilia: a parte le ovvie cazzate da te citate, dissento. Ovviamente, se si pensa alla filologia, l’adattamento è uno scempio, ma a me francamente piacciono molto i dialoghi della versione italiana (“ci oscureremo in un mondo di luce…”, le citazioni da Dante e via così).

  9. ATNO scrive:

    Allora, Licia, ti consiglio La Rivoluzione di Utena, di cui ho appena visto il lungometraggio, – la serie, o magari il film che dura solo 90 min.xD- che è diversissimo da Lady Oscar, ma la protagonista vuole essere un principe ;)
    Comunque da bambino mi piaceva molto Lady Oscar, ma lo ricordo poco. Vorrei riparare :D

  10. Babil scrive:

    Anche se il manga ha indubbiamente dei punti di forza (la mia frase preferita è Alain che dice:”Ricordati che anche i vermi vivono”), la serie animata è troppo avanti. La regia di Osamu Dezaki è troppo geniale, mi viene in mente lo scontro verbale tra la DuBarry e Maria Antonietta, con l’immagine dei primissimi piani che si moltiplica e divide lo schermo in quattro striscie…E’ una scena tutto sommato ssecondaria ma che mette i brividi.
    Oppure Luigi XVI che comunica lo scioglimento dell’assemblea nazionale, con la carrellata sulle facce dei membri dell’assemblea che lo guardano malissimo e lui che è sovrastato dall’oscurità…Il finale che riassume anni di avvenimenti con poche frasi ma rimane comunque quasi più emozionante del resto della serie…
    Insomma, un genio assoluto.
    E poi chiaramente il design di Shingo Araki, anche lui un uomo che ci ha dato quasi tutti i nostri miti…Lady Oscar, I cavalieri dello Zodiaco, Bia, Lalabel, Goldrake e chi più ne ha più ne metta…Ma in lady oscar era veramente in stato di grazia, le espressioni dei personaggi sono qualcosa di fenomenale.

    Isa: se ti è piaciuto l’anime, il manga ti piacerà perchè è molto meglio…Considera che il finale dell’anime di Death Note è la versione stupida del finale del manga.

  11. Isa scrive:

    Una curiosità Licia: parlando di manga, tu me lo consiglieresti Death Note?..Ho visto l’anime e mi è piaciuto tantissimo :)
    P.S.: grande stima per Lady Oscar :D

  12. Alessandra scrive:

    Lady Oscar e i Cavalieri dello Zodiaco sono sono gli anime preferiti della mia infanzia. Sono le mie pietre miliari, quelle che ti lasciano un solco dentro, e tu non sarai mai più come prima.
    Ancora oggi, se mi capita di rivedere le puntate, continuo a sperare con tutte le mie forze che la storia prenda una piega divesa… soprattutto negli ultimi 3 episodi. Ovviamente ciò non accade e, come una scema, tutte le volte scoppio in lacrime.
    Sono davvero contenta che tu abbia scoperto (o ri-scoperto) Lady Oscar! Tutte le tue eroine sono donne-guerriere… Nihal appartiene pure all’esercito! Ed è un asso con la spada ;)

  13. Serena scrive:

    Ho sempre amato Lady Oscar, è assolutamente il mio anime preferito, me ne sono appassionata sin da piccola, ma l’ho apprezzato davvero solo ora, all’età di diciotto anni :P
    Mi sto mobilitando per acquistarne il manga,lo desidero da mesi. Potrei chiederti dove l’hai reperito? :) Lo sto cercando quasi disperatamente e ne aspetto una ristampa adesso che la D/visual (la casa editrice di cui mi interessa l’edizione) ha fatto un accordo con la GP.. vogliono riproporre qualche “vecchio” capolavoro, tra cui “Le Rose Di Versailles”. Da quel che ne so non è ancora arrivato nelle fumetterie, mi chiedevo se potessi informarmi meglio in merito. :) Grazie in anticipo.

    • Licia scrive:

      Serena: io ho proprio l’edizione d/visual, il primo numero preso a Lucca Comics & Games, gli altri presi da mio marito su ebay

  14. betty scrive:

    quando ero alle superiori e l’insegnante cominciò a spiegare la rivoluzione francese, mi stupì tantissimo il fatto che più o meno la sapevo già e andai benissimo con l’interrogazione senza aver letto una pagina del libro… mi stupì ancora di più venendo a conoscenza che nessuno della mia classe l’aveva visto e capito bene come lo avevo capito io… ma era l’era di altri cartoni animati, come sailor moon o terry e magghie e nessuno aveva voglia di vedere un cartone dove una donna combatte come un uomo… fantastica anche la saga della stella della senna, vista con più entusiasmo perchè nonostante sia sempre una donna che combatte come un uomo, le ambientazioni sembrano un pò più leggere…
    Sinceramente preferisco gli anime di una volta a quelli di adesso… almeno c’era qualcosa da imparare

    • Licia scrive:

      betty: beh, la Ikeda ci ha rimediato la Legion d’Onore dalla Francia con Versailles no Bara, ed è la prima mangaka a ricevere un premio del genere

  15. Valberici scrive:

    Però…adesso che ci penso…la lancia, la bestia…mi sa che ti sei un po’ ispirata anche a Ushio e Tora ;)

  16. Valberici scrive:

    Licia: si, credo proprio che l’orientalizzazione venga percepita come perdita di forza dei personaggi. :)
    Per avere un’idea delle storie d’amore e d’avventura alla “giapponese” dovresti leggere il via col vento del sol levante ovvero Mushashi di Yoshikawa…ma è cosa che richiede tempo…e forse è meglio che il tuo tempo lo dedichi alla scrittura ;)
    Molto bello Ushio e Tora. :)

  17. Ziska scrive:

    A me Lady Oscar da bambina piaceva tantissimo comunque, forse proprio per quelle ambientazioni cupe. Mi piaceva anche la Stella della Senna, anche se era meno tutto, meno violento, meno accurato storicamente, meno tormentato (ma mica tanto… in fondo inizia che a Simone le ammazzano i genitori davanti agli occhi, parliamone…).
    C’avevo il drammone nel DNA si vede :D

  18. Ziska scrive:

    Ushio e Tora è diverse spanne sopra tutto, non c’è storia. Personaggi meravigliosi, trama stupenda e il tutto in una quantità di volumi tutto sommato accettabile (anche se alla fine piangevo come un agnello sacrificale perchè era finito e io non volevo). Tutto questo a circa trent’anni che, voglio dire… ahem… :D

  19. ezio scrive:

    @ giuliano: ok, grazie.

  20. Valberici scrive:

    Sei decisamente “occidentale” nelle tue preferenze “orientali” :P

    Ho sempre pensato che la Ikeda sia stata influenzata anche dalla sua passione per l’opera e il melodramma europeo, del resto non son pochi i giapponesi affascinati dalla cultura occidentale. Anche Mishima amò l’epica classica e Omero…e, se non sbaglio, Ikeda ha disegnato un manga tratto da un suo libro. Prima o poi, per curiosità, dovresti leggere qualcosa di veramente “giapponese”, ci troverai storie d’amore e vicende assai strane se giudicate col nostro metro culturale. Del resto Berserk ha cominciato a non piacerti quando ha “virato” verso l’ “orientalità”…anche se è ben vero che ultimamente Miura si dedica a stupende tavole con grandi scenografie e poca “storia” :)

    • Licia scrive:

      Val: Berserk non mi piace più perché ha perso la compattezza delle origini e la forza dei personaggi. Non vedo proprio dove la storia stia andando a parare, e i personaggi mi sembrano tutti indeboliti. Poi magari è come dici tu, e questo è il modo orientale di raccontare storie. Questo non posso saperlo, perché di letteratura giapponese ho letto solo Murakami, e sul lato cinema solo l’immancabile Kurosawa. Però, con ambientazione giapponese, mi è piaciuto moltissimo Ushio e Tora, probabilmente il più bel manga che abbia mai letto, se consideriamo l’interezza dell’opera

  21. lilli80 scrive:

    Ho visto Lady oscar quand’ero bambina (ho la tua stessa età) insieme a mio fratello e ogni volta che che andava in onda non me ne perdevo una puntata, da qualche parte devo avere una videocassetta con le puntate più belle. per anni Oscar ha rappresentato il mio ideale femminile, volevo essere uguale a lei, ed ora che lavoro in un ambito prettamente maschile non posso fare a meno di continuare a riconoscermi in lei. un anime attuale in tutti i decenni in cui è stato trasmesso!!!

  22. giuliano scrive:

    ezio: credo che l’ultima che abbiamo sia il 10, se ricordo bene, non ricordo se era già iniziata la campagna di Russia o no.

  23. Marcello scrive:

    Diciamocela tutta: Lady Oscar è stata vittima, come anche altri ‘cartoni’ del luogo comune dell’animazione come ‘cosa da ragazzini’: e non mi riferisco non solo e non tanto alle censure, quanto alla vera e propria comprensibilità. Quello è un autentico romanzo storico: mi è capitato di rivederlo recentemente e di pensare: non me lo ricordavo così!!! Insomma: rivisto oggi, è veramente più godibile di allora…

  24. ezio scrive:

    @ Licia: una curiosità: di Eroica l’ultimo nuemro che hai è per caso l’11? Perchè alcuni siti mi riportano che deve uscire il 12 per completare la serie, mentre altri che è già conclusa.

  25. marty =D scrive:

    sei stata cinque giorni a leggere fumetti???? +.- oddio….
    Cmq io ho sorelle piu’ o meno della tua eta’ – quindi giovani- di qst cartoni animati me ne raccontano di trame a mai finire… Io sono nata con Brandy e mr.Wiskera , che erano belli i cartoni animati di sky … David il barbaro, hous of mouse , Tarzan lo adoravo, ai miei tempi c’era ancora la video cassetta , poi sono venuti i compact disc … Poi amo eldorado , e le winx le odio , mi stanno uscendo da tutti i pori… Pr da piccola le amavo, lilo e stich, che carini ancora ricordo le musichette….. Pero’ ora stanno sostituendo con tutte ste telenovelas del cavolo,…. Come dimenticarsi papa’ bears e la canzone della buona notte…. Papa’ castoro , Grazia e Ciccio che dalle sette di mattina alle otto e mezza ci facevano compagnia…. Cmq io avevo visto in Nihal giovanna d’arco … O una specie di Mulan… Fantaghiro’ Per Sennar invece vedevo uno dei Magicanti -rubio- l’edizione della ferrero 2003 … Per Dubhe invece vedevo Vespa del libro il re dei ladri di C. FUNKE … Nn ricordo bene il cognome….. Cmq carino il post ma se passi il tempo a leggere fumetti … Mi sembravi dispersa…. =)))))

  26. ezio scrive:

    Anche io quando vidi la prima volta Lady OScar (o “Versailles no Bara”) ero un ragazzino e anche a me l’atmosfera cupa e angosciante me lo fece abbandonare. Lo recuperai i primi anni dle liceo e non nego che seppur con le sue “concessioni”, la ricostruzione storica mi fu di aiuto durante le lezioni di storia. Tra l’altro l’autrice (Riyoko Ikeda) ha creato una sorta di “seguito” dal titolo “Eroica – La Gloria di Napoleone” in corso di pubblicazione in Italia da Magic Press in cui ricompaiono alcuni dei personaggi di Lady Oscar tra cui Rosalie.

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