Ci avevamo creduto davvero tutti. Era stato il primo pensiero. Il mio, almeno. Che fosse un attentato di Al Qaeda o chi per lei. Certo, mi viene da sghignazzare sulla prima pagina di Libero, ma poi mi fermo a pensare, e da ridere non c’è proprio niente.
L’attentato di Oslo e Utoya offre miriadi di spunti di riflessione, uno più tremendo dell’altro. La prima cosa che ha colpito me è stato il riflesso pavloviano del pubblico: sono stati i musulmani. Ci hanno cambiato la testa. Questi dieci anni hanno modificato il modo in cui percepiamo la realtà intorno a noi. Ci hanno insegnato cosa temere, ci hanno indicato il nemico, e noi – anche quelli più illuminati, quelli che hanno rifiutato questa cazzata dello scontro di civiltà dal primo momento – siamo stati ben lieti di adeguarci. Perché in fin dei conti è nella nostra natura: delimitare noi stessi rispetto agli altri, come se per poterci definire avessimo bisogno di tracciare il confine tra ciò che siamo noi, e quel che sono loro. Senza un nemico ci sentiamo persi, perdiamo il senso di noi stessi. Senza qualcuno da odiare, perdiamo consistenza.
E poi all’improvviso succede che il male viene incarnato da uno di noi. Sì, uno di noi. Bianco, cristiano, l’aspetto del bravo ragazzo. Ce lo siamo trovato accanto al matrimonio dell’amico, è stato in mezzo a noi per tutto il tempo, ha condiviso i nostri ideali, ha vissuto la nostra vita. Quando lo vediamo, non siamo in grado di tracciare un chiaro confine tra noi e lui, perché quando lo guardiamo negli occhi, ci vediamo riflessi.
Uno come noi un bel giorno ha fatto saltare Oslo, e con la massima calma ha massacrato 90 ragazzi della sua stessa età.
In generale, in questi casi si dice che è un pazzo. Io a questa tesi non ho mai creduto. I savi sono capaci di azioni indicibili, i pazzi per lo più fanno male a loro stessi, checché ne dica la cronaca, che ogni volta che c’è un crimine tira fuori la depressione. Breivik non è un pazzo. È un frutto di questa società. Solo che non sappiamo spiegare cosa l’abbia creato.
I soliti noti tirano fuori i colpevoli ovvi, quelli che l’ignorante medio tira sempre in ballo: i videogiochi, la musica metal. Videogioco anch’io, e sento anch’io rock e metal, ma non mi è venuta mai voglia di massacrare qualcuno.
La verità è che la risposta non ce l’abbiamo. Nessuno sa realmente dire cosa fa di noi all’improvviso dei mostri. Ci immaginiamo la Norvegia come un posto perfetto, dove le cose funzionano davvero, con uno stato sociale forte, libertà, integrazione per tutti, e in più una natura splendida, soverchiante, a ricordarti che sei solo un puntino nell’universo. Ma già leggere quel che Lindqvist e Larsson hanno da dire sulla Svezia fa sorgere il dubbio che anche in Scandinavia le cose non siano esattamente perfette, che c’è qualcosa che va in profondità, qualcosa di realmente marcio nel modo in cui viviamo.
Io la risposta su questo male che abbiamo dentro non ce l’ho. Dico solo che dieci anni a sentir gente come Bush parlare di “lotta del bene contro il male”, a dirci che la società occidentale è superiore a quella di quei buzzurri degli arabi, che dunque si meritano le nostre bombe, non ci hanno fatto per niente bene. Anni fa se sputavi veleno contro i rumeni o i marocchini la maggior parte della gente ancora ti guardava storto. Adesso no. Adesso che gli xenofobi siedono in parlamento, non ti vergogni più a dire che i marocchini se ne devono andare “fora di ball’”. Perché il razzismo trova giustificazione in tutte le autorità che l’hanno sdoganato, rendendo l’opinione dell’uomo qualunque programma elettorale.
Ma la colpa non è solo di chi sparge odio. La colpa è di chi non sa dare un’alternativa. Continuo a credere che le idee si sconfiggono con altre idee. Questi dieci anni dimostrano che chi parla di rispetto, di accettazione della diversità come ricchezza, non ha saputo far penetrare a fondo queste idee. La sua voce è sempre apparsa debole davanti a quella di coloro che presentavano la soluzione facile: li ammazziamo tutti e via. La colpa è anche nostra, che abbiamo scrollato le spalle davanti a chi deumanizzava l’immigrato irregolare solo perché non aveva il permesso di soggiorno, che ci siamo voltati dall’altra parte quando a Sarno partiva la caccia al nero. Perché le nostre parole non sono forti abbastanza? Perché ci continua a crescere questo vuoto dentro, e io so che lo percepiamo tutti, anche se uno su diecimila imbraccia il fucile, ma lo sentiamo tutti? Non lo so. Ma sarebbe ora che ce lo chiedessimo.
Alla morte di Amy Winehouse, è stato facile per molti dire che è una vergogna che la morte di una tossica faccia lo stesso scalpore di quella di novanta ragazzi ammazzati senza un perché in Norvegia.
Io invece non mi sono indignata manco un po’. Perché se migliaia di persone si sono sentite toccate in questi giorni dalla morte di una cantante, forse c’è un motivo che vale la pena indagare, qualcosa che ci dice molto su chi siamo e cosa vogliamo.
Non sono mai stata una fan della Winehouse, e avrò sentito di suo due canzoni al massimo. Ma la sua parabola discendente, orgogliosamente esibita a titoloni sui giornali, a beneficio di tutti coloro che guardavano le sue foto ubriaca, la deridevano, e così per due ore potevano sentirsi migliori di qualcuno, mi ha sempre messo addosso un’angoscia senza pari.
Anche Amy era una che il nemico se lo coltivava dentro, pervicacemente e con una coerenza di fondo da far spavento. Aveva talento, la possibilità di essere tutto ciò che voleva, e ha preferito buttarsi via in ventisette anni di scelte sbagliate. E alla notizia della sua morte, ho percepito esattamente quel che diceva John Donne nel lontano XVI secolo: “la morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità”. Perché ho visto nel suo dramma il riverbero, moltiplicato centinaia, migliaia di volte, di qualcosa che anch’io conosco, che ognuno di noi conosce. Quel vuoto. Quell’avere tutto, e non riuscire a goderlo. Quel perdersi senza sapere perché, quella sensazione di non potere, non riuscire ad essere felici, nonostante tutto. Io so che anche voi lo conoscete, che tutti lo conoscono. il nostro nemico.
Ecco. Le gente piange Amy Winehouse anche per questo: non perché “la società dello spettacolo, la perdita di valori” e le altre stronzate pseudo-sociologiche che ci ammanniscono in questi casi, ma perché la sua ansia di distruzione la conosciamo bene. È una di noi che non ce l’ha fatta. E ci domandiamo perché noi invece ci siamo salvati.
A molti probabilmente sembrerà una mancanza di rispetto parlare di due argomenti così difformi, addirittura quasi accomunarli, nello stesso post. Io però li ho vissuti così. Due facce della stessa medaglia. Due forme di quel nemico che ci cresce in seno, come società e come individui, e che non riusciamo mai a cogliere davvero. Fino a quando non ci addenta.
nihal 95: concordo pienamente con te. soprattutto per il fatto del razzismo.
Nihal 95 = Concordo pienamente riguardo alla morte della Winehouse,è triste perché,proprio come hai detto tu,la morte può arrivare da un momento all’altro.Mi immagino i suoi genitori come si sentono…
E…Lupina,benvenuta a bordo!
Ciao a tutti e sopratutto a Licia.
val: so che – al solito nn c’entra una mazza col post- xò.. come fai a fare le faccine che si muovono…uff.. sn graziosissime…. <3..
p.s ha ragione nihal 95… ora cm tutte le leggende… entrerà nell'olimpo dei cantanti e diventerà più famosa di quel che era da viva… xò questo nn è poi bello… era più emozionante andare ai concerti… invece che sognarli…
L’argomento cristianità e radici cristiane d’europa mi riguarda molto da vicino in quanto… non sono cristiana. E’ per questo che capisco cosa vuol dire essere diversi, e sentirsi quasi “strani” rispetto agli altri. E poi, le radici vere d’europa non sono cristiane, in quanto la cristianità è venuta molto dopo decine di altre religioni. Ma sto divagando.
Mi ha colpito quel che è successo in Norvegia. Non perchè m’aspettavo che fosse di natura islamica, nè perchè il terroirsta era un norvegese. Ma perchè non riesco a capacitarmene. Come si può fare una cosa del geneer?? Mi vengono i brividi solo a pensarci.
Se qualcuno dice “attentato terroristico” tutti, anche me, pensano agli islamici. E’ così terribilemnte assurdo. Non è detta, non si può esserne certi. Io odio davvero tanto questo essere razzisti nel profondo, avere il razzismo radicato nell’anima. Si ha così paura da chi è diverso, perchè non lo si conosce affatto. E allora perchè non si prova a fare degli incontri, a capire cosa ci rende diversi. Non c’è nulla più bello della diversità, niente di così speciale e unico, è ciò che ci rende umani. Non siamo fatti con lo stampino, cazzo. Non si può essere tutti cristiani e eterosessuali. E’ assurdo anche solo pensarlo. La cosa mi fa indignare terribilmente, anche perchè, come ho detto prima, mi tocca da vicino. Ed io odio tutto questo.
Riguardo ad Amy Winehouse, non l’ho mai ascoltata e poco più che spaevo che esistesse. Ma quando muore qualcuno, famoso o meno, dispiace. Sarà perchè ci si rende conto che non siamo eterni, che la morte può arrivare da un momento all’altro e anche chi ha tutto può non essere felice. D’altronde, la vera felicità non la fanno fama e denaro…
Il documento l’ha letto anche Borghezio…e ha detto che in esso ci sono idee “profondamente sane”.
la morte di Amy Winehouse è stata una botta , prevedibile , ma pur sempre toccante , a me piacevano le sue canzoni uff
… per il resto nn sappiamo quali assurdi misteri avvolgono la cantante , e il perchè assumeva tutte quelle droghe… a me piaceva Amy …cantava divinamente..
per il resto Oslo è assurdo, la città più tranquilla dell’europa dopo le parti disabitate… perchè il male va a inquinare pure le + pure città.. nn è giusto
Ciao ragazzi,
Riguardo ad Amy Winehouse,non posso dire che ero una sua fan,…però,quando ho sentito la notizia ci sono rimasta un pochettino male,perché io non sono una di quelle che…non so come spiegarmi,anche se odio qualcuno dopo se gli è successo qualcosa non posso urlare di gioia.
Grazie Licia per il tuo bellissimo blog.
Ciao a tutti
Il nemico non è più soltanto arabo o islamico. E anche tra noi ora. Solo che non ce ne accorgevamo perchè ormai pensiamo che gli attentati o le stragi le faccia solo Al qaeda. E invece no. Le fa una persona normale che mentre uccide 90 persona pensa di fare la cosa giusta anche se non lo è.
L’errore è a monte, nel paragonare le due notizie quando non hanno nulla a che fare l’una con l’altra. Quanto alla tragedia norvegese, attenzione: ci eravamo cascati tutti… certo, le prime ore, ma già verso le dieci di sera si era capito che le cose non stavano così. Ciò nonostante, il giorno dopo titoloni tutti concentrati sull’incubo islamico e ieri, guarda caso, tutti zitti per ignorare la figura di m***a fatta. Ecco, il collegamento tra le due notizie in effetti c’è: la morte della Winehouse è cascata a fagiolo per permettere ai giornali di sviare l’attenzione rispetto alla cantonata epocale presa sabato…
Contro la volonta di qualquno non si puo fare niente per aiutare,se quela personna non vuole aiuto…deve esere coinvolto anche lui altrimenti se fa piu male che bene…purtropo sono persone che si compiaciano in questo male e rifiutono ogni intenzione di aiuto,nascondendose dentro di se,fingendo che tutto e pasato,che e stato soltanto una deboleza del momento…
Mah, secondo me ci facciamo tutti troppe domande. La cattiveria e l’odio fanno parte di noi, esattamente come la bonta’ e l’amore. Certo, la societa’ oggi offre mezzi di offesa che un tempo erano irraggiungibili, e forse questo alimenta il lato oscuro dell’essere umano. Tuttavia mi sembra ridicolo psicanalizzare la cronaca. Licia, hai ragoine quando sostieni che la vergogna di alcune tesi non esiste piu’. Restano comunque precedenti spaventosi: il nazifascismo, lo stalinismo, le persecuzioni politiche e razziali in genere. Per me e’ semplicemente la dimostrazione sperimentale che l’uomo non e’ un animale orientato alla pace e all’amore universale. Siamo una specie aggressiva che si sforza di reprimere l’istinto del branco. Possiamo dire di riuscirci in larga misura, e forse la pressione deve sfogarsi attraverso questi casi che ci fanno orrore.
Non mi esprimo su Winehouse: la ignoravo da viva e la ignorero’ anche da morta. In questi casi mi torna alla mente un verso di De Andre’: “E mori’ come tutti si muore, come tutti cambiando colore”. Ecco, forse dovremmo ricordare che, in fondo alla strada, tutti avremo lo stesso destino.
Licia hai un link da consigliarmi per leggere l’astratto delle scritture di Breivik? sono certo di trovarci interessantissimi rimandi a famigerate dichiarazioni di vari politicanti, e qualche rimando a una non meglio chiarita “difesa delle radici cristiane d’europa” il cui autore lo lascio alla vostra immaginazione.
Damiano: quindici pagine sono pubblicate da Repubblica qui
http://download.repubblica.it/pdf/2011/memoriale_oslo1.pdf?ref=HRER3-1
In effetti Breivik non dice cose poi molto diverse da quelle che diceva Bush all’indomani dell’11/9, e per altro, sostituendo marxismo/multiculturalismo, come lo chiama lui, con crociati sembra un proclama di Bin Laden.
Fabio: C’era una rivendicazione di un presunto gruppo terroristico islamico (Al Qaeda ? Ma esiste ancora ? ) ma le rivendicazioni anonime su internet può farle chiunque….
Riguardo alla Winehouse sono un po’ all’ antica. La prima cosa che ho pensato è stata: dov’erano i suoi genitori? I suoi amici?
Quando ho sentito la notizia di Oslo ho subito avuto grossi dubbi su un attentato di matrice islamica. Ho pensato all’Inner Circle e alle vicende accadute negli anni in cui io avevo più o meno la tua età. Conoscendole meglio di certi giornalisti non mi sono affrettato a dare la colpa al black metal, o a dire stupidaggini tipo neopaganesimo satanista.
Io credo che chi ha compiuto questa strage avesse dentro di se un vuoto terribile e abbia tentato disperatamente di colmarlo. Il suo atto è il tentativo di passare da una non-esistenza all’ esistenza, come uno spettro che vuole incarnarsi. Ci dobbiamo interrogare sul perchè ci sia questo vuoto in sempre più persone. Ed è per me abbastanza inquietante che da molto tempo il male venga associato al vuoto, alla non-esistenza.
p.s.: essendo in rete meglio specificare che non cerco di scusare in alcun modo l’autore del gesto, ma voglio “capire”
Io consiglio la lettura di un estratto del documento programmatico di Breivik. Secondo me è la prova più lampante che, lungi dal renderci più sicuri, la campagna d’odio di questi anni ha fatto solo danni
Per qunato rigurda la necessità di costruire un nemico siggerisco dim leggere “Costruire il nemico”, raccolta di saggi, artcoli e conferenze che tratta il tema specifico nel primo saggio.
Costruire il Nemico è in coda di lettura
A me sembra però che la prima convinzione “Sono stati i musulmani” derivasse dal fatto che, secondo la stampa, Al Qaeda avesse rivendicato gli attentati. Mi chido se la stampa abbia attinto da fonti affidabili o se, in preda al panico, abbia pubblicato qualsiasi cosa passasse sotto gli ccchi.
Per quanto riguarda Amy Winehouse la musica ha perso una grande voce, non dico altro e non giudico.