Archivi del giorno: 3 ottobre 2011

Nonciclopivasco

Oggi, apro Facebook, e scoppia la bomba: chiude Nonciclopedia. Meglio. Chiude Nonciclopedia perché Vasco Rossi si è risentito per la sua voce, “gravemente diffamatoria”.
Ora. Non ho mai trovato Nonciclopedia particolarmente divertente. Ok, la mia voce mi piaceva, mi sembrava carina, ma ce n’erano altre livorose e inutilmente offensive. Ma il punto non è questo. Non è neanche che la voce di Vasco Rossi mi sembrava fin troppo moderata (se la cercate, si trova ancora, perché internet è eterno). Il punto è che la chiusura della Nonciclopedia perché una persona s’è sentita offesa non è per niente un bel segnale.
Qui c’è gente di sessanta e passa anni che non sembra aver capito una cosa che è evidente ai ragazzini: internet è il Bar Sport del XXI secolo. Sì, ok, la potenza del mezzo, l’accessibilità dell’informazione, blablabla, tutte cose vere. Ma non possiamo neppure negare che per almeno l’80% il web è costituito da chiacchiere come quelle che si fanno, appunto, al bar. Il web 2.0 alla fine è questo: tutti convinti di avere qualcosa da dire, e dunque lo dicono, e nessuno che ritenga si debba ascoltare. Esattamente come la maldicenza e le chiacchiere da bar, quel che si dice su internet è inarrestabile. Chiudi un sito che dice che sei una donna di facili costumi e ne aprono altri tre che dicono la stessa cosa. La maldicenza in rete è assolutamente inarrestabile. E, come dicevo prima, virtualmente eterna. Questa è una cosa che farebbero bene a ricordare quelli che a cuor leggero diffondono contenuti sensibili online. Le vostre foto a quindici anni ubriachi resteranno lì a darvi problemi per sempre, anche quando sarete cinquantenni astemi. Comunque, prima ragione per cui quella di Vasco è stata una mossa stupida è che non basta chiudere Nonciclopedia. Quel contenuto, che prima probabilmente hanno letto solo i frequentatori della Nonciclopedia e qualche lettore occasionale, adesso rimbalzerà ovunque, sarà noto urbi et orbi, si diffonderà peggio di un virus. L’azione legale del Blasco è stata inutile. Peggio, controproducente, anche perché adesso è lui che fa la parte del fascista che non sa stare al gioco. E poco importa se la voce era davvero offensiva o meno: per il pubblico tu sarai sempre Golia che si incazza contro un povero Davide qualsiasi.
Ora, io non dico che uno non abbia il diritto di incazzarsi per le prese in giro. Sapete che non è così che la penso. Ma so anche che fa purtroppo parte del gioco. Ognuno ha il suo livello di tolleranza (la mia voce nonciclopedica mi divertiva, quelli che mi danno della donna di facili costumi facendo ovvi giochi di parole col mio cognome magari meno), e se non vuole ridere assieme a quelli che ridono di lui, ne è tutto in diritto. Ma quale reale danno d’immagine ognuno di noi riceve quando qualcuno parla male di lui online? Quale danno ne aveva Vasco dalla sua voce su Nonciclopedia? Ve lo dico io. Nessuno. L’unico danno è il fegato grosso che ti fai ad andare appresso a tutti quelli che parlano male di te. Perché per il resto, i tuoi fan continueranno a comprarsi i tuoi dischi, la gente continuerà a venire ai tuoi concerti e via così. Il danno che ti viene operazioni di questo tipo è limitato a quanto te la prendi. Il virtuale nel reale conta meno di zero. A parte, ovviamente, il caso del nostro cinquantenne che a quindici anni si faceva le foto ubriaco alle feste. Lì non sono i “si dice”, lì sei te che hai messo in piazza cose che avresti dovuto tenere per te.
Per altro, uno non va su Nonciclopedia se vuole le ultime notizie su Vasco. Nonciclopedia è un sito di satira (tanto, poco o per nulla riuscita non ha importanza), chi legge sa perfettamente che i contenuti non rispecchiano la realtà, ma ne sono una deformazione grottesca. E allora proprio non vedo il punto, ripeto. Vasco, bastava che cambiassi pagina, come fanno ogni giorno migliaia di utenti. Io lo faccio da dieci anni, se ritengo non valga la pena.
Ma c’è qualcosa di più grave. Ossia che basta che uno alzi la voce, e si oscura un sito. Perché non è che è stata cancellata la pagina di Vasco. È proprio tutta Nonciclopedia, anche le voci che non insultavano nessuno, anche quelle di chi come me non s’era mai lamentato, che è offline. Pensateci. Un bel giorno scrivete qualcosa su qualcuno sul vostro blog, tipo che a Berlusconi piacciono le minorenni. Berlusconi legge, si offende, e vi minaccia di querela. Non conta se quel che stavate dicendo fosse vero o meno. Conta la minaccia di denuncia. E andate offline. Nel mio piccolo, è capitato anche a me. Mi hanno chiesto una rettifica su una cosa che avevo scritto. Considerandola una sciocchezza, e non andando la modifica ad alterare significativamente il contenuto del post, ho fatto la modifica. E se dall’altro lato dello schermo c’era qualcuno di meno civile? Se invece di una garbata mail da parte dell’interessato mi fosse arrivata una bella lettera di un avvocato?
La censura passa da strumenti del genere. Ora, il fatto che su internet la diffamazione la faccia da padrona è sicuramente un aspetto che andrebbe indagato, sociologicamente più che altro, e chi ritiene di essere danneggiato deve poter avere gli strumenti per difendersi. Ma così, francamente, mi sembra che si spari con un cannone ad una mosca, per spolverare una metafora che mi piaceva molto del mio prof di analisi del primo anno. I mezzi messi in campo, a fronte di un danno, come spiegavo, minimo, sono da inquisizione spagnola. Del resto, se non erro l’idea dei nostri governanti è quello di applicare le leggi per la diffamazione a mezzo stampa anche alla rete, quando, in tutta onestà, non mi sembra proprio che le due cose siano paragonabili.
Per il resto, secondo voi posso fare causa a Vasco Rossi per il danno di immagine che mi viene dalla cancellazione della mia pagina di Nonciclopedia?

Aggiornamento:
a me sembra che i contenuti della Nonciclopedia siano tutti più o meno visionabili…e per altro l’oscuramento si è miracolosamente trasformato in “sciopero”, misteriosamente avversato dal server…Mah, la cosa inizia a puzzare…

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