Per la gente della mia età, Saint Seiya fa parte di quelle opere imprescindibili che hanno segnato la nostra infanzia. Sto parlando infatti de I Cavalieri dello Zodiaco.
Io li vidi la prima volta da ragazzina. Siccome per me, morigerata bambina studiosa, il telecomando finiva suppergiù al canale 7, occupato al tempo da Tele MonteCarlo, i Cavalieri li vedevo quasi sempre a Benevento, con mio cugino, che beccava il canale a due cifre dove li passavano. E, va da sé, mi piacevano tantissimo.
Da allora li ho rivisti un numero imprecisato di volte, compresa la serie di Hades e un buon numero di film. E li trovo sempre splendidi, pur nei loro numerosi difetti. Ma i personaggi, la trama, le animazioni, i dialoghi – dio mio, i dialoghi! – ti fanno passare più o meno sopra a tutto.
Mio marito è peggio di me, con l’aggravante che lui appartiene a quella categoria di persone che, se una cosa gli piace, si devono vedere tutto tutto tutto. Anche le cose palesemente orribili. Esempio: non solo ha letto tutti i libri di Dune di Herbert, ma anche quelli scritti dal figlio, lamentandosi che non gli piacciono, ma sorbendoseli tutti.
Con questa filosofia, abbiamo iniziato a vederci Saint Seya Omega. Trattassi di una nuova serie dei Cavalieri che ha per protagonisti i figli di: c’è il (presunto) figlio di Pegasus, quello di Sirio, e via così.
Ora, l’idea sulla carta poteva essere interessante. Tutti vogliamo sapere che fine hanno fatto i Nostri, e l’idea dei figli è suzzicante. Peccato che la realizzazione sia veramente, ma veramente pietosa, oltre i limiti del sopportabile, ben al di là dell’imbarazzante.
Allora, la serie nasce scopertamente per lanciare la nuova serie di giocattoli. No problem, se tutto è fatto bene. Nonostante qust’obiettivo dichiarato, di soldi in Saint Seya Omega devono passarcene davvero pochissimi, e probabilmente li hanno spesi tutti in colonna sonora, che è l’unica cosa che si salva. Le animazioni sono veramente ridicole. Un frame ogni quarto d’ora, combattimenti in cui non ci si capisce una ceppa, e disegno orrendi. Ora, Shingo Araki, autore del meraviglioso chiarate design originale, è inarrivabile. Purtroppo è morto lo scorso anno, senza riuscire a completare questo progetto. Per cui, nessuno si aspettava qualcosa al suo livello. Ma quello nuovo è veramente inquadrabile. Fate voi un raffronto…I disegni sono tirati via, fatti in modo tale da spenderci su meno tempo possibile, le armature hanno un livello di dettaglio nullo, tanto che mi domando come riusciranno a tirarci fuori dei pupazzetti da disegni del genere, le proporzioni e il senso della prospettiva semplicemente non sono pervenuti.
Ma uno dice, vabbeh, ma magari la storia…la storia è un’accozzaglia indistinta di elementi presi da libri e anime di successo di questi anni, e che gli sceneggiatori ritengono evidentemente vincenti. Per dire, oltre al Cosmo, anzi, praticamente in sostituzione del Cosmo, i ragazzi hanno sette poteri elementari: chi domina l’acqua, chi il fuoco, chi il vento, chi il fulmine. E questa cosa urla Naruto da qualsiasi parte la si guardi. Per diventare Cavalieri, i nostri fanno una specie di esame, in cui li buttano in un posto desolato a menarsi tra loro. Chiamasi esame da Chuunin. Inoltre, stanno tutti chiusi in un castellone sul lago, tenebroso quanto basta, in divisa, sotto lo sguardo vigile di professori. E questo invece è Hogwarts sparato.
Ora, che tu “omaggi” serie famose così può anche starmi bene, ma qui si tratta più di copia pedissequa fatta senza un briciolo di rielaborazione, con l’impegno minimo possibile dei neuroni. I personaggi hanno un grado di approfondiment psicologico pari a zero. C’è l’impulsivoun po’ ingenuo ma con tanto cuore, il migliore amico che deve vendicare il padre, il coattone à la Phoenix, il malaticcio cripto-gay, che, indovina un po’, è il figlio di Sirio, che nel frattempo non solo è ancora cecato, ma ha perso anche tutti e cinque i sensi. Così, per ricordare dove eravamo rimasti.
Ma tu mi dirai, la trama…insensata. Nelle prima puntate, il nostro protagonista, Kouga, vive con Lady Isabella. Poi appare Marte che se la inguatta e la porta chissà dove. Il nostro parte per andarla a ritrovare. Nel farlo, si imbate in Hogwarts, e siccome chi vince il torneo dei cavalieri potrà incontrare Atena, che, tutti gli assicurano, sta benissimo, e non è mai stata rapita da nessuno, lui resta lì a farsi le pugnette con altri cavalierioli come lui. Senza farsi venire un dubbio che sia uno che magari c’ha ragione lui e Atena è in pericolo, e forse conviene cercarsela per altre vie. No, restiamo a seguire le lezioni di Pozioni.
Sorvolo su certe orrende soluzioni di trama, tipo il primo scontro col Cavaliere d’Ora che uno pensa “finalmente si menano”, e invece il suddetto cavaliere ha il potere dei Testimoni di Geova: dal nulla caccia un libro di Mozgusiana memoria, e con quello ti obbliga a fare quel che ti dice: inginocchiati! Turnicati! Menati da solo! Roba che sembrano i giochi che faccio io con Irene. Il combattimento più palloso della storia.
Last but not least, viene stravolto proprio l’universo originale dei Cavalieri. A parte questa storia degli elementi che se la raccontate a Phoenix lui va a fare il Fantasma Diabolico agli sceneggiatori, i nostri hanno l’armatura nascosta in un ciondolo, invece dello scomodo – e bello, peró – scrigno della serie classica. Comodo, così non ci dobbiamo inventare le armature che si smontano e rimontano, che era l’unica idea decente avuta da Kurumada. Le sacerdotesse, se si scassano i cosiddetti, non hanno necessità di tenere la maschera. Roba che a su tempo Tisifone lo voleva ammazzare a Pegasus perchè l’aveva vista in volto. Qua abbiamo ha pischella che un giorno se la leva e morta là, non la porterà più e nessuno le dice niente. I nostri, sempre nei bei tempi andati, ne dovevano fare di ogni per diventare cavalieri: ammazzare il maestro che t’a trucidato la fidanzata, far scorrere al contrario le cascate…il più fortunato doveva mazzolare uno altro il quadruplo di lui. Ora per diventae cavalieri d’argento ci si picchia un po’, sempre in amicizia, coi compagni di Hogwarts.
Ora, io dico, vuoi cambiare tutto? Ok, non capisco il perchè ma è un tuo diritto. Ma allora non li chiamare più Cavalieri dello Zodiaco. Chiamali Naruto e la Pietra Filosofale, Saint Sasuke, o roba del genere. Se vuoi usare un brand, dovresti avere la buona creanza di rispettarlo. Ma poi comunque è l’atmosfera che proprio manca, quel senso di pathos, l’epos, la tragedia. E il sangue, ovviamente.
Comunque, Saint Seiya Omega è orrendo, ma funziona ala grande come guilty pleasure, specie da quand ho scoperto questo sito. Grasse risate a ogn puntata. A patto di rimuovere chirurgicamente il ricordo che questo, tremo a dirlo, è il seguito di Sant Seiya. Brrrrr. Sirio, perdonali perchè non sanno quello che fanno.