Ci sono cose che non capisco

Dovrei farci una rubrica, con questo titolo, perché le cose che non capisco – o meglio, la cui logica mi rifiuto di capire – sono sempre più. Una è questa. Ora, purtroppo cose di questo genere succedono da anni, dall’uscita di Gomorra. Quello che rende quest’episodio ancora più grave è il fatto che qui non stiamo parlando dello striscione di un comune cittadino, che tutto sommato esprime il suo personale parere, per quanto non condivisibile. Stiamo parlando delle istituzioni che hanno avuto un briciolo di vergogna a mettersi dietro quello slogan inqualificabile e parlare alla gente. Un bell’applauso, devo dire, complimenti.
La cosa che però proprio non capisco è che, col passare degli anni, sembra che il problema non sia la camorra, ma Saviano. Ossia, non contano i fatti, ma chi di quei fatti parla. Come se le cose non esistessero per sé, ma solo quando se ne parla. Che è un classico con cui tutti noi, nel privato abbiamo avuto a che fare: la brutta notizia che non dai, perché fino a che non parli ti pare non sia accaduta, il trauma che preferisci tenere per te perché finché ce l’hai solo nel cuore puoi far finta non sia mai esistito. È un meccanismo di protezione comprensibile, ma che a un certo punto deve cadere, anche perché proprio non funziona. E che, applicato ad un intero quartiere, o a una città, è francamente inaccettabile. Le cose ci sono, i problemi esistono e sono ben più gravi della “cattiva fama”. E il primo passo per cambiare le cose è chiamare le cose col loro nome, e accettare la verità parlandone.
Mi rendo conto che non è proprio la stessa cosa, ma io sono cresciuta in borgata, in un quartiere non esattamente chic; la cattiva nomea era attutita solo dal fatto che un chilometro più in là c’era un’altra borgata con fama anche peggiore. E, francamente, non ho mai pensato che parlare dei problemi di quei posti fosse un mancare di rispetto alla gente che ci abitava. E non ho mai neppure fatto mistero del posto da cui vengo, che, pur non amando particolarmente, fa parte di me, e mi ha resa la persona che sono. E il fatto di venire dalla borgata non lo sentivo come un marchio d’infamia: significava solo che, in caso, dovevo rimboccarmi le maniche, far vedere che anche dal mio quartiere poteva uscire del buono, e molto. Che è poi anche la ragione per cui mi piace dire da dove vengo: indipendentemente da dove si è nati e cresciuti, è possibile realizzarsi, ottenere la vita che si voleva. Magari devi impegnarti di più, ma si può fare.
L’altra cosa che non capisco è la risposta di De Magistris alle critiche di Saviano su come Napoli è stata gestita fin qui sotto la sua amministrazione. E qui il discorso diventa più ampio, perché riguarda il posto che uno scrittore ha nella società. In sintesi, De Magistris dice “dacci qualche idea”, che somiglia tanto allo scrittore criticato che, piccato, dice al critico “prova tu a scrivere qualcosa di meglio”, dimenticando che un critico fa un mestiere diverso.
Ecco, il punto è questo. Uno scrittore scrive – lapalissiano, ma non molto chiaro a tutti, a quanto pare – ed è quello il suo strumento di azione. Le parole hanno un peso e una forza, spesso assai maggiore di quel che crediamo, e scavano nella testa della gente come le gocce d’acqua la roccia. Scrivere è agire. Spesso, soprattutto se si pubblica, non si scrive soltanto per divertimento, ma per essere letti, e se si vuole essere letti significa che si ha qualcosa da dire, qualcosa che, se vale la fatica di scrivere, si ritiene importante, necessario di essere condiviso. Perché i libri cambiano la gente. Pensateci, è così.
I sindaci, invece, da che mondo è mondo amministrano. E vengono pagati per avere idee e migliorare le cose. Non è piacevole ricevere critiche, è un’arte saperle incassare, ma è un’arte che un politico dovrebbe padroneggiare bene. Ma in un paese in cui “retorico” ha solo sfumature deteriori, politici se ne vedono sempre meno. Non si capisce poi perché, nel paese dei 60 milioni di esperti su qualsiasi argomento possibile – dal calcio, alla nautica, alla chimica e la fisica, sì, pure loro – gli scrittori non possono esprimere opinioni e muovere critiche. È che, diciamocelo, nessuno ritiene che noi che si scrive si faccia un vero lavoro: per lo più veniamo visti come gente col culo di essere pagati per un hobby. Per carità, l’idea è così radicata che anch’io a volte fatico a considerare il mio un lavoro, con tutte le conseguenze del caso. E invece, ragazzi, è un lavoro, per praticare il quale a volte si pagano anche prezzi altissimi. E torniamo a Saviano.
In ogni caso, che dire, forse l’eccezione sono io, a non capire tutte queste cose. Lo diceva anche Caparezza nell’omonima canzone: “ti fai troppi problemi, Michele, tu ti fai troppi problemi, non te ne fare più”. E a non farcene guarda un po’ dove siamo finiti.

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24 risposte a Ci sono cose che non capisco

  1. Francesco scrive:

    Non si tratta di dire che “la Lombardia non è abbastanza lontana” per ricevere quelli di Scampia che dovono andare via, ma di dire anche ai Lombardi di anadre via, magari in quelle regioni che considerano la Lombardia ed il nord il loro sud mafioso e camorristico.

  2. Valberici scrive:

    Comunque, se me lo permetti Licia, altrimenti cancella, vi segnalo un bel libro sulla criminalità, che fa capire come non siamo più nell’ ottocento, e poi ogni tanto qualcosa di diverso dal buon Saviano ci vuole.

    Resistere non serve a niente, di Walter Siti

  3. Francesco scrive:

    Forse chi se la prende solo con il sud dimentica che la camorra recluta la manodopera al sud ma fa gli investimenti al nord.
    Vorrei poi far notare, se asi parla di unità d’Italia, che un certo Giolitti, piementese, fu chiamato “ministro della malavita” perché anziché attuare le misure che già all’inizio dell’unità d’Italia le commissioni palamentari costituite anche da meridionalisti onesti (vedi Giustino Fortunato) suggerivano di attuare per combattere la malavita si accontentò di fare accordi elettorali con i maggiorenti locali facendo finta di non sapere che dietro quei voti che gli portavano i maggiorenti del sud vi era la mafia e la camorra (prego leggere Montanelli – Storia d’Italia o chiedersi cosa significa la frase del Gattopardo del libro di Tommasi di Lampedusa “Tutto deve cambiare perché nulla cambi”. Chi fino a pochi decenni fa rimuoveva non i politici collusi con la criminalità organizzatta ma i carabinieri ed i magistrati che combattevano la criminalità?
    SE la popolazione deve reagire sono d’accordo ma allora non consideruiamo solo gli abiatnti di Scampia raggruppati dietro lom striscione anti Saviano, am anche quelli come saviano che ci hanno rimesso la vita o i magistrati e i poliziotti uccisi tutti prevalentemente meridionali, metre al momento non mi risdulta che vi siano imprenditopri del nord, collusi con la camorra, come evidenziato da molte indagini, che abbiano dovuto fare ricorso alla protezione della scorta perché abbiano denuciato le infiltrazioni camorristiche.
    Peraltro farei notare che la situazione di Scampia (latitanza della forza pubblica e controllo tatale da parte della malavita) non si verifica solo a Palermo Napoli o Reggio Calabria ma acnhe in altre città (vedi Tor ellamonaca o Corviale a Roma, ma questo è solo un esempio).
    La verità è che la camorra sopravvive anche e soprattuitto perché non ci sono solo quelli che pagano il pizzo e vivono in un territorio di confine in cui magari non vi è una collusione diretta ma una tacita consapevole “ignoranza” di sconfinare in territorio di criminalità e non opporsi a rischio della viata lla camorra,a ma soprattutto i rispettabili imprenditori e i poltici, anche della moderna Lombardia e dell’Emilia, che sulla base del principio che “pecunia non olet” fanno, in piena consapevolezza, lucrosi affari con la criminalità organizzata, senza peraltro correre i rischi che corre l’imprenditore meridionale che paga il pizzo e che viene ucciso se si ribella.

    • Babil scrive:

      E quindi? Assodato che il sistema di corruttele che hai evidenziato tu esiste, e del resto non hai fatto altro che descrivere la società (che qualcuno quando gli comoda ha anche la faccia tosta di definire “civile”) italiana, come lo distruggi?
      L’unica cosa che puoi fare da singolo è prendere ed andartene, e se in Lombardia è la stessa cosa evidentemente la Lombardia non è abbastanza lontano.
      Dal punto di vista dello Stato, nella storia la mafia è stata sconfitta da Mori.
      Mentre purtroppo anche eroi come Falcone e Borsellino e “quelli che ci hanno rimesso la vita” hanno fallito.
      Perchè se tu lotti contro qualcosa e quel qualcosa ti uccide hai fallito, e fallito nella maniera più disastrosa possibile perchè non ci potrà mai più essere un contrattacco da parte tua.
      Ripeto, lavorare sulla società per ottenere questa cosa è inutile, perchè la società è connivente se non addirittura coincidente con il nemico. C’è proprio bisogno di schiacciasassi.

    • Licia scrive:

      Non hanno fallito manco per niente, perché le idee non le ammazzi a pistolettate: tantissima gente ha dato la vita per l’abolizione della schiavitù, e adesso la schiavitù è stata abolita per legge in moltissimi stati. Tanta gente ha dato la vita per moltissime altre cause, cause che alla fine si sono affermate. Le donne hanno il voto, l’apartheid è stata abolita: ci sono ancora cose che non vanno? A tonnellate. Ma ce ne sono molte altre che sono migliorate rispetto al passato. La morte del singolo non significa affatto la sconfitta dell’ideologia che ci sta dietro, tutt’altro: se vuoi che un’idea si diffonda, fai tanti martiri, e vedrai.

  4. Nashira99 scrive:

    concorod in pieno con questa bellissima frase:
    “Le parole hanno un peso e una forza, spesso assai maggiore di quel che crediamo, e scavano nella testa della gente come le gocce d’acqua la roccia. Scrivere è agire. Spesso, soprattutto se si pubblica, non si scrive soltanto per divertimento, ma per essere letti, e se si vuole essere letti significa che si ha qualcosa da dire, qualcosa che, se vale la fatica di scrivere, si ritiene importante, necessario di essere condiviso. Perché i libri cambiano la gente. Pensateci, è così”

    è vero per sudare sette camicie per pubblicare qualcosa che pensi e che vuoi che la gente sappia,è perchè è importante e io in prima persona posso confermare che la lettura cambia le persone=)

  5. Valberici scrive:

    Comunque, al di là di soluzioni alla “prefetto Mori”, che i massacri non mi sono mai piaciuti, io credo che la criminalità non possa essere sconfitta in un sistema sociale in cui si integra perfettamente. Mi spiego, la criminalità ha come unico scopo il profitto, esattamente come il capitalismo, e come per questo anche per lei la democrazia rappresentativa è il miglior involucro.

    • Babil scrive:

      Però, anche ammesso che sia così, qui non si sta parlando di generica “criminalità”, ma di uno specifico tipo di criminalità contro la quale, storicamente, gli unici metodi che si sono rivelati efficaci sono proprio quelli del prefetto Mori. Ti ricordo che sotto Mori la mafia in Sicilia era di fatto scomparsa, fu reintrodotta dagli americani al momento dello sbarco.

    • Valberici scrive:

      Si però i metodi del prefetto Mori non si possono applicare in democrazia, ma solo in regime di dittatura, feudalesimo, ecc… Allora, come ho detto, la democrazia non va bene, i regimi dittatoriali nemmeno (hanno aspetti inaccettabili che entrambi conosciamo), quindi cosa rimane? Pensaci, pensateci. :)

  6. costanza scrive:

    babil vergognati delle tue affermazioni s u napoli e il sud e si vergogni anche tuo padre che ha perso l’accento meridionale .io vivo a roma da 33 anni che è più di metà della mia vita e ho sempre parlato il mio dialetto e sono orgogliosa del fatto che tuuti notano il mio accento sannita anche quando parlo italiano .
    tra le tante cose ti ricordo che napoli vanta la più antica università del mondo . ti faccio notare che sei sempre estremamente livoroso

  7. dav2002 scrive:

    babil..continui ad insultare il sud italia..come ti permetti? pure nelle regioni del nord vivono criminali,e poi non dire che negare le proprie origini sia bello..il sud non va pensato solo come mafia o altro..non ti permettere di insultare tutti i lavoratori onestissimi che sudano per poco pane,non capisci niente

  8. Francesco scrive:

    Se quelli di Scampia, che vivono una realtà storicamente degradata e rischiano la vaita se sono “contro” la camorra devono andare via , allora cosa dovrebbero fare gli imprenditori e i politici della Regione Lombardia che senza che la camorra fosse radicata nel territorio, e senza costrizioni da parte della delinqueza organizzata, hanno fatto affari con la stessa sia nello smaltimento dei rifiuti che negli appalti? Eppure quando Saviano ha posto il problema i probi cittadini lombardi (lega in testa) hanno inveito contro di lui perché offendeva la padania. Salvo poi a dichiarare l’altro ieri, e quindi solo quando le inchieste della magistratura hanno reso non più sostenibile l’ipocrisa volta a nascondere la realtà(vedi quell’anima candida di Salvini), hanno dichiarato che hanno fatto cadere la giunta regionale proprio dopo aver saputo delle infiltrazioni della camorra (in realtà per un anno hanno messo la polvere sotto il tappeto e si sono comportati come il sindaco di Scampia guiarda caso prenedendolsela con la stessa persona: Saviano) Forse allora possiamo dire che se quelli di Scampia cvanno via per la camorra non c’è problema: hanno già disponibiloi altri posti per i loro affari. Inoltre pur sapendo che le aziende del nord hanno usato la camorra per smaltire i rifiuti tossici nelle zone della camorra si sono sdegnati quando si cercava di travare un posto per l’immondizia di Napoli. Come vedete tutto il mondo è paese e l’errore è ragionare per categorie senza valutare i singoli e, nello specifico, quanto costa opporrsi alla delinquenza

  9. anna scrive:

    Babil, il tuo commento mi fa orrore. Non aggiungo altro, non credo ce ne sia bisogno.

    Viva le persone oneste di Scampia e Secondigliano, Viva la Speranza.

    Licia, forse i commenti così offensivi e infarciti di parolacce andrebbero moderati, non dico censurati (quello mai!) ma almeno mitigati nella forma, io personalmente li trovo disturbanti.

    • Licia scrive:

      In linea di massima censuro solo i commenti evidentemente mirati a creare flame. Non mi sembrava il caso, evidentemente mi sbagliavo.

    • Babil scrive:

      Io non miro mai a creare flame. Oltretutto in questo caso la discussione è inutile perchè indipendentemente da chi può avere la meglio nella dialettica su questo post, la realtà dei fatti è che a Scampia la camorra prospera ed in generale napoli ed il Sud sono sinonimo di sottosviluppo, inciviltà e malversazioni. L’unità d’Italia è stata 150 anni fa. In 150 anni il Giappone dal medioevo è passato ad essere tra le prime potenze industriali del mondo malgrado due bombe nucleari nel mezzo.
      Se anche la questione meridionale è stata creata dai piemontesi, forse sarebbe il caso di domandarsi come mai siamo ancora allo stesso punto dopo un secolo e mezzo.
      Vedo che nessuno su questo blog è sfiorato dal sospetto che quella sia proprio la situazione che la gente in cuor suo desidera (come del resto l’Italia è esattamente l’Italia che vogliono gli italiani, il fatto che abbiamo dei governi che non ci meritiamo è una palla colossale).
      Ah, a scanso di equivoci, io ho un cognome meridionale e mio padre è siciliano. Infatti ha fatto l’unica cosa sensata da fare: è venuto via e si è tolto pure l’accento.

  10. Valberici scrive:

    Sai, a volte penso che ci siano molti don Abbondio, pronti a redarguire l ‘inoffensivo parrocchiano (Saviano) e altrettanto pronti a genuflettersi davanti al bravo di turno.
    Invece riguardo al sindaco di Napoli cosa mai si può dire? E’ un demagogo che si affida al populismo e quindi è quanto di più lontano ci possa essere dall’ efficenza e dalla coerenza.

  11. f scrive:

    Se ti può consolare, non capisco neanch’io. E meno male che ci sono persone come te, Roberto Saviano e milioni di altre (perché spesso ce ne dimentichiamo, ma in Italia ci sono tante brave persone che fanno onestamente il proprio mestiere e cercano di combattere per cambiare ciò che non va)che continuano a farsi problemi, a parlarne e a cercare di migliorare loro stessi e il mondo che sta loro intorno.

  12. dav2002 scrive:

    grande licia,hai proprio ragione

  13. dav2002 scrive:

    babil non puoi mica offendere scampia…quindi modera i termini

  14. Babil scrive:

    Beh, la cosa non viene capita principalmente perchè è dura da mandare giù.
    Anche lo stesso Saviano descrive spesso quella Napoli come gente sostanzialmente onesta che è vittima della prepotenza della Camorra e dell’assenza dello stato.
    Invece non è così, e non è neanche che non se ne vuol parlare perchè è una specie di trauma da rimuovere, come suggerisci tu.
    La realtà di luoghi come Scampia è una realtà di CONNIVENZA con la Camorra, alla popolazione appare naturale che la vita sociale sia amministrata dal michiadura del paese il quale del resto è un benemerito della società perchè porta lavoro, quando non ti dà addirittura una mano ad ottenere una falsa pensione di invalidità.
    Naturalmente ci sono altri vantaggi, tipo nessuno ti rompe le scatole per la tua casa abusiva, magari non paghi nemmeno le tasse dell’immondizia e comunque puoi buttarla dove ti pare, magari hai un accordo per cui ti è consentito di fare il posteggiatore abusivo, il venditore di pacchi e tutte le varie cose presentate in quel film dell’orrore che è “Così parlò Bellavista”, che pure un intellettuale come De Crescenzo ti presenta come cose positive.
    Insomma, al cittadino di Scampia va benissimo la Camorra e del resto una maggiore presenza dello stato sarebbe per lui una iattura, in quanto oltre che a contenere la Camorra questo renderebbe infattibili tutta una serie di pratiche illegali e/o incivili delle quali il cittadino napoletano prospera.
    Insomma, bisogna rendersi conto che a Scampia, a Secondigliano e simili posti di merda, NON ESISTE ALCUN INNOCENTE.
    Se con la sua opera Saviano voleva contribuire alla distruzione di questo orrore, tanto di cappello.
    Se invece pensava in qulche modo di salvare i suoi concittadini allora mi spiace ma si è sacrificato inutilmente.
    E quella dello striscione è il tipo di gratitudine che si poteva ampiamente aspettare di ricevere da quella feccia. Ma non perchè è Saviano, semplicemente perchè si tratta di individui talmente bassi che anche volendo non potrebbero elevarsi al di sopra del livello indicato da quello striscione.

    • Licia scrive:

      Guarda, io non so in base a quale esperienza dici quel che dici; di sicuro che c’è gente che dalla camorra riceve qualcosa, e dallo stato no. Anche in tal caso, prima di dare della feccia a tutti, rifletterei per bene sulle colpe di quello stato che ha lasciato che le cose si mettessero in tal modo, abbandonando letteralmente pezzi interi d’Italia (e continuando a farlo, per altro). La mia esperienza personale è che ovunque, dal condominio, alla cittò, allo stato, c’è gente di merda e gente onesta, OVUNQUE. Quindi, come si dice più su, prima di fare di un’erba un fascio ti invito a riflettere su tutte le persone che a Scampia la camorra la subiscono e la combattono che stai senza dubbio offendendo…

    • Babil scrive:

      Le persone oneste di Scampia hanno solo una cosa sensata da fare. Andarsene. Lasciare quel posto maledetto a sè stesso, fargli il deserto attorno, lasciarlo morire.
      Voglio vedere che soddisfazione ci trarrà poi la camorra a regnare sul nulla.
      L’errore che viene fatto, e che viene ampiamente sfruttato sia dai camorristi sia dai parassiti, è che la camorra ed in generale l’inciviltà possa essere combattuta con metodi costruttivi, facendo educazione, “svegliando le coscienze” qualunque cosa voglia dire, sbattendosi per migliorare le cose. Ma costruire è di gran lunga più difficile che distruggere.
      Qualunque cosa tu ti sia impegnato per costruire, anche il peggiore idiota la può distruggere con uno sforzo infinitamente più piccolo di quello che è costato a te costruirla. E’ una gara che non si può vincere.
      http://www.youtube.com/watch?v=D_MFmN1vksU

    • Licia scrive:

      La migliore scusa dall’età della pietra per non fare mai niente e crogiolarsi nello status quo.

    • Babil scrive:

      Veramente io ti ho detto cosa dovrebbero fare concretamente gli abitanti di Scampia per migliorare la loro situazione.
      Quanto a quello che può fare lo stato, il problema è che non c’è la volontà politica perchè altrimenti c’è l’imbarazzo della scelta. Ad esempio potrebbe essere una buona occasione per usare una volta tanto i servizi segreti al servizio del cittadino.
      Dei boss della camorra si sanno nome e cognome; anche ammesso che si ignori l’ubicazione di questa gente (cosa di cui dubito), basterebbe mandare delle squadre ad uccidere le famiglie dei vari boss, poi magari mettere in giro la voce che è stato un clan rivale e sedere a godersi il botto.

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