Ieri sera guardavo una serie tv, di cui peraltro a breve vi parlerò. E niente, è che a volte, nella mia vita, mi sento veramente a casa, come un pesce nella sua boccia preferita. Mi capita ad esempio a Lucca, in tantissime fiere del fumetto, ieri al Vigamus (a proposito, grazie a tutti quelli che sono venuti!). O quando guardo certe serie tv, come dicevo. E capisco che posso stare a mimetizzarmi tra la gente seria finché voglio, il bicchiere di vino in una mano e il sorriso pronto. Posso lamentarmi di essere presa poco sul serio, o del ghetto nel quale la letteratura fantasy è confinata da un bel po’, e almeno in Italia, resterà confinata a lungo. La verità è che non sono così. La verità è che io vengo da quel mondo eccessivo e outré che ogni anno sfila per la strade di Lucca tra lo sconcerto della gente seria. La verità è che tutto quel che voglio dire non può che passare per storie piene di roba dozzinale come spade, elfi e magia. Che quel che faccio e voglio continuare a fare nella vita è divertire e divertirmi, perché forse non so fare altro, ma forse perché, dannazione, ne abbiamo anche bisogno, persino per essere migliori, figuratevi.
Nessuno si sentirà mai migliore di quel che è, leggendo una mia storia, ma ho passato la fase in cui i libri che leggevo erano uno status symbol, e, vivaddio, è stata una fase breve. Non se ne può parlare ad una cena bene e far bella figura, non li si può portare in giro per darsi un tono. E, lo sapete? Ne sono più che orgogliosa. È quello che voglio, al di là di tutto.
E non è che noi che apprezziamo questa roba siamo dei superificialoni che non capiscono niente o ci facciamo meno domande di chi si nutre di “letteratura alta”, qualsiasi cosa essa sia. Solo ce le facciamo in modo diverso. Un modo che, per inciso, funziona dalla notte dei tempi, e ci ha accompagnati dall’infanzia alla cosiddetta età della ragione.
Non so spiegarvelo per bene neppure io, ma in qualche modo so che mi capite, perché condividiamo lo stesso immaginario, o non mi leggereste. Veniamo tutti da quel posto viscerale e oscuro in cui nascono le favole e le fiabe, che continuano a parlarci dopo secoli proprio perché sono così maledettamente seminali e tremende. Ci serve l’eccesso, il colpo di scena, il cliffhanger, il sangue grandguignolesco e i sentimenti potenti come nei feuilleton da cui discendiamo per linea diretta.
Siamo questo. Mi rendo conto che alla maggior parte della gente, che divide la letteratura in alta e bassa, come se non fosse tutto un unico discorso sull’umanità – in cui per altro il pop non nega né disprezza lo sperimentalismo e viceversa, ma mi rendo conto che in un’epoca di semplificazioni estreme questa è un’idea eretica – facciamo impressione. Ma non ha molta importanza. In fin dei conti, chi non ci capisce si perde qualcosa, non noi, che tutto sommato gli altri li capiamo bene, e sappiamo goderci le loro, di storie, quando serve.
E lo rivendico con un certo orgoglio proprio perché ho capito ieri che sono esattamente dove dovrei essere, a fare proprio quel che voglio, in quel posto irripetibile dove una foto come questa vale più di qualsiasi parola, o di qualsiasi altra soddisfazione l’accademia possa darti. Ma ci vuole del tempo, per capirlo ed accettarlo. Io ci ho messo dieci anni, da quel pomeriggio in cui mi dissero che le mie storie erano rubricate alla voce “tutto ciò che non è letteratura”, e io lì per lì non capii e ci rimasi anche male. Ecco, adesso capisco. E non mi sento da meno di nessuno, per ciò che sono, che siamo.
Chiamatelo l’orgoglio del pop, non lo so. È uno sporco lavoro, e qualcuno deve pur farlo. E io, devo dire, dentro ci sguazzo di un gran bene.
SPOTLIGHT
Presentazione per la Libreria Spartaco ed eventi passati
19 novembre 2020, 11:30
Sono giorni complicati e pienissimi di cose. Settimana scorsa, come avete visto, ho fatto tanti eventi. Un altro ci sarà stasera; l’appuntamento è alle ore >>>
I miei prossimi appuntamenti
Venerdì 6 Dicembre – Sabato 7 Dicembre 2019 – Più Libri Più Liberi – Roma
Venerdì 6 Dicembre
h 16.00 – 17.00
Firma copie presso lo stand Comics&Science
h 17.00 – 18.00
Firma copie presso lo stand Tunué
Sabato 7 Dicembre
h 14.00 – 16.00
Firma copie presso lo stand Tunué
h 17.30
Presentazione de Il Re dei Rovi di Marcelo Figueras. Interverranno Francesco Troccoli e l’autore in collegamento da Buenos Aires.
Licia volevo solo dire che condivido ogni tuo pensiero…e trovo immenso il fatto che persone che non si conoscono e sono infinitamente diverse condividano gli stessi pensieri e abbiano le stesse idee…detto questo, le tue parole mi hanno fatto piangere… Grazie…
Posso raccontare la mia esperienza?
si, sta volta ci calza a pennello.
perfetto, Licia, io mi ritrovo nella tua stessa e identica situazione… Scrivo da quasi due anni e ogni giorno che passa mi accorgo sempre di più che l’unico posto rassicurante è proprio il mio piccolo angolo che ormai e tutta la mia vita. vivo in funzione del preciso momento in cui anni passati davanti a questo dannato computer a riempirmi la testa di tutta la letteratura possibile e immaginabili (intendiamoci, spazio da libri tipo Dracula,a romanzi rosa per ragazzi, ai tuoi, a Harry Potter, allo Zibaldone di Leopardi che sto attendendo con ansia dalla libreria di fiducia…)diventino finalmente concreti in un romanzo vero, di quelli che vedi nelle vetrine delle librerie.
perché, se sia fra quattro anni, quando sarò maggiorenne e tenterò la fortuna, o fra cinquanta, io quel libro lo vedrò in libreria, a tutti i costi…
ma ritornando a noi… Devo essere sincera, all’inizio pensavo di far parte del mondo che tutti deglassano che dici tu, ma adesso capisco che la realtà è una sola, solo che alcuni la guardano con occhi diversi.
Ciao Licia!
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Sono Silvia,la ragazza della foto e approfitto ora di questo spazio virtuale per esprimere tutto ciò che non sono riuscita a comunicare a causa della mia timidezza e della grande emozione
Mi rispecchio molto nelle tue parole, come te mi sento figlia di un mondo parallelo che vive e palpita all’ombra di quello “reale”, solo che a questo punto c’è da chiedersi cosa sia davvero reale e in che cosa la letteratura fantasy differisca da quella cosiddetta “elevata” e realista.
Ho riflettuto sulla questione e credo di aver compreso che tutto ciò che la mente è in grado di partorire è reale, la fantasia è un altro lato della realtà, è la realtà impalpabile, non tangibile che alberga in ognuno di noi, è così semplice che non capisco perché non tutti la vedano così.
Nel momento in cui un personaggio prende vita da un’idea l’autore/autrice può vederlo e, nel momento in cui viene condiviso, anche i lettori possono vederlo, allora forse i superficialoni non siamo noi , ma lo sono gli altri e mi dispiace per loro che non hanno occhi per vedere il riflesso delle tue parole.
“Reale” è un altro modo per dire “ciò che esiste” e rinnegare l’essenza stessa delle idee e dei pensieri mi sembra al limite dell’assurdo, così la conseguenza diretta di tutto questo è che la realtà è alle volte osservata con uno sguardo talmente unilaterale da apparire irreale sul serio.
A riguardo mi vengono tante cose in mente, basti pensare che tutto ciò che esiste è stato sogno e in seguito pensiero e che infine lo stadio ultimo è stato chiamato “realtà”, ciò che esiste, e allora penso anche la Terra non è nata con i grattacieli e i computer ma che questi siano nati come un parto della mente e successivamente divenuti reali.
Dov’è il problema? Forse in questa dimensione, detta reale , non vedremo mai draghi volare ed eroine combattere, ma so per certo che alcune realtà possono emergere solo attraverso l’urlo folle della fantasia, inoltre c’è chi vede tutto ciò che hai sempre narrato, io lo vedo e non sono la sola.
Rimani orgogliosa della grande scrittrice che sei poiché i tuoi personaggi respirano tra le tue pagine e sono molto più vivi di alcuni esseri umani che non sanno attribuire un senso neanche alla loro giornata: morti che camminano, pesci che cercano di abboccare ad ogni nuovo modello di cellulare che esce sul mercato ma che non abboccano mai alla vita.
Stupido è colui che non vede quante facce può avere questa realtà, così credo di poter affermare che coloro che sfilano sfavillanti tra le fiere del fumetto sono molto più reali, molto più vivi e molto più umani di quanto possano essere le innumerevoli scimmie che non vedono nulla al di là del loro naso.
Stupido è colui che non sa che ad ogni creazione si cede un pezzetto d’anima.
Lo Stupido non sa nemmeno di essere stupido, perché lo stupido è in voga, va di moda e tutti lo elogiano, è l’ultimo modello di umano uscito sul mercato ad avere successo, ma a questo io rispondo che ognuno ha il diritto di scegliere poiché, come mi hai fatto capire attraverso Aster, non esistono bene e male in senso assoluto.
Io scelgo di pensare e di vedere ogni qualcosa mi si voglia mostrare e ho scelto di vedere Nihal, più di tutti, e di crescere con lei, se questo non è reale non so cosa lo sia.
Il mio sogno è diventare una scrittrice fantasy, proprio come lo sei tu, sto già scrivendo una storia che ho nella mente da quando ero bambina, inoltre tengo un diario da sempre e ciò che ho da dirti è un semplice grazie pieno della mia pura ammirazione, grazie per essere la luce della mia speranza su quello che vorrei essere in futuro.
Infine ti ringrazio per la tua cortesia e per la tua umiltà che ti fa onore perché oltre ad essere una grande scrittrice, sei una bellissima persona.
in realtà a mio modesto parere la letteratura alta è quella fantastica, e non certo perché ne sono un ultra-fruitore o perché da poco io abbia il vezzo di fare lo scribacchino. No. Quel che porto è un punto di vista storico, Omero, Dante, Tolkien sono tre punti di una storia che avvolge tutta la vita dell’umanità.
Una vita in cui l’uomo ha narrato di avventure e di eroi, non perché fosse credulone, ma perché in ogni tempo l’uomo ha sempre avuto bisogno di avventura. Sul perché credo si potrebbe discutere a lungo. Fatto sta che la letteratura alta cosiddetta oggi, è un’esperienza più giovane. Persino la tragedia sofoclea era basata sul mito.
Ma parlare della vita quotidiana parlando d’altro e d’altri è sempre stato uno dei modi migliori per insegnare qualcosa. Forse in questo la letteratura alta d’oggigiorno potrebbe trarre spunto e insegnamenti.
Quanto al resto mia cara io son pure peggio di te perché manco riesco a fare finta, sono grezzo come mi vedi.
Esatto, l’avventura.
:”Sartre diceva che l’avventura è il senso dell’ irreversibilità del tempo (la nausea). King non ha bisogno di dirlo, te lo fa provare direttamente cosa significa un’avventura”.
Qualche giorno addietro ero in una discussione in cui si parlava di altissima letteratura e di Sartre. Ad un certo punto qualcuno nomina King. Apriti cielo!
Ricordo un commento: “…King, non ha mai detto nulla….appunto è un cantastorie…..”.
E ricordo un altro commento che mi è assai piaciuto, anche perchè l’ho scritto io
Non tutti vogliono cambiare il mondo o la testa delle persone, o diventare storia, scrivere parole memorabili che si tramanderanno di generazione in generazione; quelle sono cose che pochi, geni, filosofi, fortunati possono fare (e sanno fare). Alcuni vogliono solo rendere questo mondo un posto più spensierato, dare alle persone un briciolo di felicità e non tutta la torta che solo da sole possono cucinarsi. E che nessuno dica che non c’è bisogno anche di questo.
Grazie Licia! You made my day.
Letteratura alta, dunque, potrei fare un esempio, ecco: Un polpo alla gola, di Zerocalcare. Raramente ho letto qualcosa di più alto e di così vicino al concetto di capolavoro letterario.
Bel post Licia, direi che uno spettro si aggira per il mondo e che tu potresti davvero scrivere il suo Manifesto.
Detto questo devo confessare che io sento di appartenere a entrambi i mondi. Non solo li capisco, o credo di capirli, ma mi capita di “pensare” in due modi…evidentemente sono un tantinello schizofrenico,o semplicemente schizzato.
Guarda che anch’io vivo in entrambi i mondi, così come vivo a cavallo di tantissime altre cose (scienza e lettere, per dirne una). È che contesto l’idea che gli uni debbano schifare gli altri, o che la qualità possa stare solo da una parte. Però, in effetti, quando racconto storie sto sostanzialmente da una parte sola, ma credo si chiami poetica, a voler usare un termine troppo alto
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val che tu sia schizzato è cosa nota… vedi fantasmi che s’aggirano per l’europa ovunque!
@Licia: Scusate se mi intrometto brevemente, solo: riguardo a quello che si diceva della rivalità che sembra esserci tra Scienza e Letteratura e al fatto che queste due a volte vadano assieme, mi sembra un buon esempio la divulgazione scientifica no? Prendi Il mago dei numeri di Erickson, mi sembra che renda l’idea. Insomma, la Letteratura o in generale le materie umanistiche possono dare un aiuto alla Scienza (e mi sembra anche che l’abbiano fatto) proprio per divulgarla e così svilupparla anche, facendola progredire.