Di capocciate, nella mia vita, ne ho date un’infinità. Ho esordito a dieci anni con un tuffo plastico terminato direttamente guancia a terra, passando per un’epocale craniata al bar dell’università che mi permise di entrare nelle simpatie di Giuliano. Non so perché, sono sbadata, goffa, soprattutto. Comunque, non ho mai avuto conseguenze di nessun genere. Ho la testa dura, in molteplici sensi.
Mentre stavo su in montagna, ho pensato bene, una sera in cui avevo problemi di trama su un capitolo, incazzata nera, a ora tarda, di spatasciarmi col cranio su un lampadario di vetro e metallo posizionato ad altezza fronte su di un tavolo, nella mia stanza d’albergo. Siccome l’ho preso di taglio, ero convinta di essermi spaccata la testa. Invece niente, un po’ di nausea, un bel bernoccolo che mi ha fatto male qualche ora, e poi tutto come prima. Nei giorni di vacanza rimanente mi sono arrampicata come uno stambecco su e giù dai monti, fino a 3000 mt, ho mangiato fino a scoppiare e son stata benissimo. Poi torno a casa.
Domenica mi sveglio con una bella cefalea, una sensazione generale di malessere e un bel po’ di nausea. E vabbeh, sarà stato il viaggio di nove ore.
Solo che lunedì c’ho ancora il mal di testa. Meno nausea, ma la cefalea è là, e non assomiglia molto agli altri mal di testa della mia vita. A quel punto mi ricordo della botta sul lampadario. Va da sé che mi dedico al mio hobby più deleterio: la ricerca di malattie mortali su Internet. Lo so, fa più morti quella degli incidenti stradali, ma è un vizio che non mi riesce di togliermi. E scopro che, bon, non è che se hai un trauma cranico stai sempre male subito, eh? Ti può succedere dopo qualche giorno, a volte dopo qualche mese.
Siccome sono ipocondriaca, vado dal medico. Non tanto perché penso davvero di avere qualcosa di grave, ma perché sono convinta che mi toglierà dalla testa quest’idea di essermi fatta davvero male con una banale capocciata. Voglio essere rassicurata. Solo che le cose non vanno proprio così.
«Eh…non lo so…dici che ti cambia con la posizione? Eh, non è una bella cosa…poi pure la nausea…no, a volte uno può avere un ematoma anche con un trauma lieve…no, può succedere anche dopo parecchi giorni…che facciamo…che facciamo…senti, se non ti passa tra due giorni, vai a fare una TAC, anzi, te la prescrivo subito così ce l’hai già pronta se servisse».
Immaginate come torno a casa. Pianto e stridore di denti. Ma che davero c’ho un ematoma subdurale perché ho preso a capocciate un lampadario? E ora? Come campo nei prossimi due giorni?
Alla fine decido. Neurologo. Il medico di base ha solo sentito il mio racconto, non ha controllato che neurologicamente sia tutto a posto. Così, sveglia alle 7.00 di martedì mattina, partenza alle 9.00 per raggiungere il pronto soccorso dell’ospedale di cui è primario il cardiologo di mio padre, che non mi viene in mente altro modo di farmi vedere d’urgenza da un neurologo. Mi vergogno come una ladra? Sì. Però la testa mi fa male e ho di nuovo la nausea.
E quindi niente, alle 11.00 mi fanno passare. Ed entro nel microcosmo ospedaliero. Chiunque abbia mai frequentato un ospedale – e, per ragioni a volte tragiche, a volte liete, a me è capitato svariate volte – sa che punto di accumulazione di storie di vita che sia. Il pronto soccorso, soprattutto, è un mondo a parte. È un po’ un’epitome della vita: entri confuso, attendi senza sapere cosa succederà, e l’unico modo che hai per non farti prendere troppo dalla paura è attaccarti agli altri. Incontro una signora anziana che ha il mio stesso problema, moltiplicato ahimé per mille: è caduta, trauma cranico, solo che la TAC ha rivelato un versamento. Che, per fortuna, è rimasto stabile per 12 ore. Con lei, figlia e genero. Poi c’è un ragazzo piegato in due da un dolore alla schiena, che non riesce a stare dritto. C’è la puerpera a termine che non riesce a fermare un’epistassi. Una signora che ha problemi di varici. Un’altra stesa su una barella, collarino ortopedico, che non fa che ripetere: «Mi ha preso in pieno…mi ha preso in pieno…». Non mi fa un bell’effetto: a gennaio, quando ho fatto l’incidente, ho rischiato di finirci io su quella barella.
La cosa che mi colpisce è il desiderio di condivisione. Le attese sono lunghe, l’incertezza grande, e allora si parla, anche solo per riuscire a star svegli dopo una notte in bianco. Si comincia sempre allo stesso modo: «Lei che ha?». E si finisce a parlare di tutto, quasi sempre, ahimé, di malattia e morte. Ma serve, serve per stare a galla, serve per non pensare, anche solo per ingannare il tempo.
Dopo un po’, il neurologo mi visita. A me, sostanzialmente, basta quello, anche se, mal di testa e nausea a parte, ehi, sto bene. Non sono confusa – sono venuta fin qui da sola in macchina – non sono sonnolenta, ho un ottimo equilibrio e le prove neurologiche faidaté de noantri che ho praticato quaranta volte a casa dicono che sono ok.
Visita, e per fortuna è tutto ok. Però, per sicurezza, si va anche di TAC. Se è ok, mi dimettono subito. Spero in caso mi autorizzino a dar giù di antidolorifici come non ci fosse un domani, perché il medico di base mi aveva detto di evitarli, e il mal di testa non è forte, ma appena mi muovo peggiora, per non parlare della nausea, per cui fare le cose di tutti i giorni sta diventando complicato.
Comunque, il nome TAC mi evoca bruttissimi ricordi, ma io, in prima persona, non ne ho mai fatte. Non ne ho neppure mai visto live il macchinario. L’immagine che ne ho è formata dalla mia cultura telefilmica: immagino questo tubo bariforme nel quale tipo una persona su due ha attacchi di panico. Però, vabbeh, l’ipocondriaca che è in me non fa che ripetermi che fatta questa non ho più scuse per pensare che da un momento all’altro cascherò a terra per ictus fulminante.
Ho ancora un po’ di tempo per parlare coi compagni di sventura, per allungarmi sulla sedia in modo da poggiare la testa un po’ all’indietro, che è la cosa che funziona di più con questa cefalea, per finire il Camilleri che mi sono portata dietro. Poi, mi vengono a prendere.
La TAC non è un tubo, è un anello. Non mi ispira pensieri claustrofobici manco lontanamente, e il lettino mi attira: sono stanchissima, e stesa sto sempre un po’ meglio. Mi infilano e mi fanno a fette la testa. Poi, mi mandano via.
Accarezzo l’idea di poter vedere il mio cervello, che, da quando ne ho memoria, è per me croce e delizia. Mi ha dato tanto, ma, cavoli, è anche capace a volte di fissarsi su pensieri ossessivi, ripropormi all’infinito scene spiacevoli, farmi sorgere ansie assurde. Non so, c’è chi dice che è il prezzo della creatività, forse è vero. Ma mi piacerebbe vederlo, questo grande sconosciuto.
Invece, dopo un po’, mi chiamano e non c’è traccia delle foto. Il mio cervello dovrò continuare ad immaginarmelo. Però le notizie sono ottime: tutto a posto. La cefalea può essere tutto o niente, ma il referto dice “cefalea post-tramatica”. Insomma, ho dato una discreta shakerata al mio cervello, lui s’è giustamente risentito, e pare potrà essere anche cosa lunga, perché vengo autorizzata a dargli giù di paracetamolo fino alla dose massima, e fin quando non starò meglio. Ok, sto. Farò un po’ di fatica, questi giorni, ma mi adatterò. Meglio questo che un ematoma nella capoccia.
Prima mi sfamo, perché sono le 15.30 e sono a digiuno. Pizzetta bianca con tacchino e formaggio, un succo di frutta che il digiuno rende buonissimo, un tramezzino pomodoro e mozzarella.
Torno a casa. C’ho anche un po’ di fotofobia, e il sole romano non aiuta, ma il traffico con me oggi è clemente. Arrivo a casa in quaranta minuti. Prendo il paracetamolo e poi, nonostante figlia urlante, mi butto sul divano. Mi appisolo in due secondi netti. Il sonno del giusto ipocondriaco.
SPOTLIGHT
Presentazione per la Libreria Spartaco ed eventi passati
19 novembre 2020, 11:30
Sono giorni complicati e pienissimi di cose. Settimana scorsa, come avete visto, ho fatto tanti eventi. Un altro ci sarà stasera; l’appuntamento è alle ore >>>
I miei prossimi appuntamenti
Venerdì 6 Dicembre – Sabato 7 Dicembre 2019 – Più Libri Più Liberi – Roma
Venerdì 6 Dicembre
h 16.00 – 17.00
Firma copie presso lo stand Comics&Science
h 17.00 – 18.00
Firma copie presso lo stand Tunué
Sabato 7 Dicembre
h 14.00 – 16.00
Firma copie presso lo stand Tunué
h 17.30
Presentazione de Il Re dei Rovi di Marcelo Figueras. Interverranno Francesco Troccoli e l’autore in collegamento da Buenos Aires.
Stavo leggendo sull’ultimo numero di Focus quanto siano importanti le vaccinazioni.A volte non sappiamo neanche per cosa siamo vaccinati ma ci preservano da malattia anche molto serie.
ah karl:philip wiearatz e c’è anche l’attore che ha fatto nerone x fare ratatoskr…ma io preferisco il primo come ho già detto.)
cmq anch’io ho seguto la serie tv merlin…stupenda e spero ch tu ti riprenda <3.
hey licia cm attori io vedrei x il mondo emerso:
ondine:hayden panettiere
nihall:attrice ch ha fatto underworld
aster:asa butterfield o quello ch ha fatto romolo nell’ultima legione(ma io vedo meglio asa)
aires:quella ch ha fatto van helsing
soana:monica bellucci
ido:john rhis Davies(quello ch ha fatto le cronache d narnia e il signore degli anelli)
laio:william mosely
fen:matthew mconey
livon:hugh jackman
sherva:vin diesel
e x sennar lui:http://www.youtube.com/watch?v=J6JbHreKSh8
dubhe:keira knightley , natalie Portman x adhara , l’attore ch ha fatto supernatural(non ackles)x fare amhal e il ragazzino ch ha fatto ultraviolet x fare sam. x la ragazza drago
sofia:dakota blue Richards
lydia:emma ressumm
fabio:skandar Keynes
professore:quello ch fatto severus in Harry potter
o lui:http://www.youtube.com/watch?v=Vvkwt5BawIY
effi:uma Truman o la Kidman
nida:kirsten Dunst,nina dobrev o Scarlett johanson(meglio l prima)
ratatoskr:garret headlund o Xavier Samuel(meglio il primo)
e x gli altri:http://www.youtube.com/watch?v=VlCzJPzyqU8
che ne pensate ragazzi?non è bello anche il fan trailer?
Non sono ipocondriaco, ma ho anche io fatto le mie belle esperienze al pronto soccorso… la più allucinante una sera che vi andai per delle fitte al torace, portandomi appresso i miei, poveracci… alla fine mi diedero credo, un ansiolitico o qualcosa del genere e tutto se ne andò. Il problema è che quando hai certi sintomi e ci si mette la psiche, gli stessi sintomi si acuiscono come per confermare le fobie della mente; intendiamoci, la tua paura era del tutto motivata (non si puoi mai sapere, può succedere che le conseguenze di un trauma si manifestino a qualche giorno di distanza), ma poi la mente ci mette del suo…
ciao Licia, sicuramente non è correlato con il tuo problema, ma sono tre anni che passo le ferie estive con moglie e bimba in montagna e quando torno me ne sto per una settimana con l’emicrania.
Ho fatto alcune visite ma nulla di chè, cura di paracentalmolo e poi via.
Alcuni dicono per via del cambio di pressione, alcuni per il ritorno al lavoro… mia moglie perchè mangio troppo!
Stammi bene!
Roberto
Anche se non c’entra molto…
Oggi è arrivato il mio libro di Antologia per il Primo Superiore.
si chiama Interminati Spazi, e negli spunti letterari una delle autrici era Licia Troisi.
Al pensiero che la leggo da tanti anni, mi si è gonfiato il cuore d’orgoglio.
invece ho appena scoperto che Licia è su akinator!iohttp://en.akinator.com/
:O!!!!!!!
e anche sofia della ragazza drago!!!!!!!!!!
Com’è possibile?! o.O
e Talitha!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
o mammamia ora provo tutti i tuoi personaggi Licia!
ok, ora la smetto…. ma anche nihal e Dubhe!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
_Sibi_ ora le cerco anchio!:D
licia sono felicia…non so se ti ricordi di me :\ ti avevo scritto tantissimo tempo fa(le 20 e-mail…ricordi? .)
t avevo anche chiesto se pubblicavi il romanzo su aster ch avrei divorato xd e ti avevo inviato il mio cast sulla ragazza drago(ch ora è + aggiornato… x fabio io vedo skandar Keynes e c’è qlch altro attore nuovo ch nn ti avevo scritto la volta scorsa)e sulle cronache del mondo emerso .)ti ricordi quali attori t avevo scritto o vuoi ch te li riscrivo insieme a quelli aggiornati della ragazza drago?
ah licia quali attori vorresti ch recitassero x il mondo emerso e la ragazza drago?
Mi raccomando riprenditi presto:*
buona guarigione:)
un abbraccio ciaoo:)
speriamo che non ti duri più di tanto…
Poco tempo fa ho – verso maggio- mi sentivo veramente fiacca , vado dal dottore che continua a ripetermi”Tranquilla, è solo allergia, prendi questo antistaminico e starai meglio.” passano tre settimana nelle quali facevo un giorno di scuola e quattro nel letto, totalmente incapace di capire come mai tutto quello che mangiavo finiva nel gabinetto dallo stesso buco da cui era entrato. Mia madre – che come tutte le madri era superpreoccupata- ha fatto un bel giro su internet domandandosi che cosa avesse la sua amata figlia. Intanto torno dal dottore che continua a darmi antistaminici e antibiotici alla cavolo. Quando finalmente mia madre chiede se è il caso di fare un esame del sangue salta fuori che ho la mononucleosi. Sono rimasta tre notti di degenza in ospedale, perchè a quanto pareva io la mononucleosi l’avevo già fatta, era impossibile che mi fosse capitata due volte la stessa sfiga. Soo rimasta su una brandina, con una flebo nel braccio solo per scoprire che la ragazza che aveva fatto la mononucleosi due volte era una mia omonima.
Quando l’ho scoperto ho tirato il cuscino al dottore.
La mononucleosi è una malattia banale, ma è rognosissima. Quando l’ha avuta Giuliano, erano a tanto così dal fargli una biopsia al fegato, perché non capivano che avesse, con quella febbre continua e le transaminasi altissime.
Io ho le foto a colori del mio cervello, fatte in un momento di emicrania acutissima.
Il ricordo di quando le ho fatte è pessimo, ma non importa, perchè il dolore è sparito, lasciandomi in cambio delle stupende foto del mio cervello u .u
<3
rimettiti presto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!