È stato già detto tutto

Spesso sento Radio2, e c’è questa rubrica, all’interno del programma SuperMax, che si intitola proprio così, È stato già detto tutto. Il titolo mi è venuto in mente stamattina, quando ho aperto i social network sulla notizia che immagino sia giunta già a tutti voi: la morte di Robin Williams.
È universalmente noto che “quando muore uno famoso” (Zerocalcare cit.) il web dà più o meno il peggio di sé. A me la dinamica classica è arrivata addosso stile tsunami, investendomi in dieci minuti netti con tutte le reazioni possibili della rete quando si commenta una notizia del genere.
Il cordoglio, lo stupore, quindi la frase sdolcinata (“insegna agli angeli a…”). Poi la reazioni: il cinismo, la battuta fuori luogo, e l’immancabile “Ogni giorno muoiono un sacco di cani/gatti/bambini/inserireminoranzaepiacere e non gliene frega niente a nessuno”. In sequenza, lo sdegno per il cinismo, lo sdegno per il commento sdolcinato, quindi il flame.
E lì ho capito che, appunto, era stato detto tutto. Chiunque si inserisse nella discussione a quel punto non poteva che finire catalogato in una di quelle dinamiche che ho su esposto, senza possibilità di produrre una voce altra, di esprimere una forma di cordoglio diversa. L’unica alternativa, tacere. Che è poi quello che ho fatto fin più o meno a metà mattina (eh sì che ero dispiaciuta, c’ero rimasta male…), quando poi mi sono distratta e ho postato sull’argomento.
E quindi niente. Ho capito d’improvviso che internet non c’ha dato libertà di parola, tutt’altro. Ha aumentato a dismisura il rumore di fondo, mostrando a noi stessi la banalità montante del 99% dei commenti che facciamo riguardo all’argomento X. Ha infilato la nostra frase smart e commovente in un mare di altre frasi smart e commoventi identiche, togliendole qualsiasi significato. È che tutti parlano, e quindi è come se non parlasse nessuno. Ogni parola perde di senso quando affonda nel rumore bianco. Alla fine non conta neppure più per cosa quella parola è stata spesa, perché ogni sentimento, ogni discussione, in rete poi finisce per scatenare un flame di qualche genere, per polarizzare il pubblico: di qua con quelli degli angeli, di là con quelli che “ma era un tossico”.
So che la riflessione apparirà vagamente fascista. Non è che stia invocando la censura, o lamentando l’ampia libertà di parola che vige sulla rete. È solo che forse ogni tanto occorrerebbe riflettere su quel che si dice, prima di dirlo. Altrimenti il senso si perde. Se vogliamo che questo mare di informazioni abbia un significato, che ne esca, come un distillato di un succo pregiato, qualcosa che valga la pena conservare, o anche solo leggere, occorrerebbe ripensare la nostra presenza online, e smetterla di seguire il riflesso pavloviano del commento in libertà. Che anch’io pratico, eh? Non è che voglia tirarmi fuori dal mucchio. Infatti non mi sono sottratta al social-epitaffio. Però tutta questa quantità mi spaventa. È che non riesco neppure più a capire come si colga la qualità. Ma forse sono io ad essere inutilmente idiosincratica con la rete, e la guardo sempre da un punto di vista preconcetto.

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11 risposte a È stato già detto tutto

  1. Hera scrive:

    Cara Licia,
    purtroppo le persone trovano il “coraggio” di scrivere cose cattive o essere cinici perché protette da uno schermo e da una tastiera, ma se potessero dire una cattiveria o una frase fatta di persona, non la direbbero mai perché, appunto, non hanno il coraggio di farlo. E non sono protetti da un nickname o altro.
    Personalmente, trovo il cinismo di certa gente davvero di cattivo gusto. E’ facile accusare un attore GRANDE attore di Hollywood di essere questo o quello, ma dietro a questo gesto si nasconde tanta solitudine. Non importa se hai una mega villa in un quartiere di lusso, non importa se hai mille amici famosi quanto te, se ti senti infelice e solo, rimani infelice e solo se sei abbandonato a te stesso. E a Hollywood non è difficile che una stella venga abbandonata quando non sei più di moda.
    Io non ascolto Radio 2, Io ascolto lo Zoo di 105 ma non c’era neppure bisogno della radio visto che la notizia ha fatto molto scalpore ( col suo seguito triste).
    Ciao

  2. Maria Grazia scrive:

    Ahimè la capacità di parlare, esprimendonin maniera conceeta e non “rumorosa”,il proprio pensiero. Senza disturbare il prossimo con mancanze di rispetto e compostezza,è assai rara. Concordo con questo essere infastidita da un eccessivo rumore mediatico che permea oramai qualsiasi notizia su internet, e in particolare nei social network.

  3. Babil scrive:

    Il problema è che la gente è come le cavallette, e fintanto che usare internet era difficile e quindi appannaggio di un’elite, girare e commentare sulla rete era interessante e utile.
    Poi internet è diventata usabile con pochi clic ed ecco che è stata invasa dalla “gente comune”, che l’ha trasformata in immondizia come fa con qualsiasi cosa tocca.

  4. talitha00 scrive:

    Anch’io Licia concordo a pieno, purtroppo oggi come si è già detto non si da molto peso alle cose che si dicono, e poi mi chiedo, ma queste persone che scrivono tutte queste cose in realtà le penseranno, cioè si riflette su ciò che si sta per scrivere o la si butta e via ?
    Comunque Licia vorrei un consiglio, ormai le vacanze sono quasi terminate e vorrei un libro per concludere al meglio l’estate prima che ricominci la scuola… te cosa mi consiglieresti ???
    Grazie !

    • Licia scrive:

      Uhm…a me piace molto Jonathan Stroud, autore della Trilogia di Bartimeus (che ha anche un quarto libro, ormai, ma è nata come trilogia): L’Amuleto di Samarcanda, L’Occhio del Golem, La Porta di Tolomeo. Dello stesso autore, libro singolo, c’è La Valle degli Eroi, bellissimo.

    • talitha00 scrive:

      Grazie mille Licia del consiglio, ora ne sceglierò qualcuno e via si comincia a leggere !!! <3

    • Gio scrive:

      Scusa se esco dal seminato… davvero ti è piaciuto La valle degli eroi? Per me è stata una grossa delusione, rispetto a Bartimeus!

    • Licia scrive:

      Sì, mi è piaciuto molto, è una bella riflessione sulla figura classica e quella moderna di eroe. La delusione è stata piuttosto il quarto libro di Bartimeus, che non ho neppure finito…

    • Gio scrive:

      Ma dai, davvero? A me è piaciuto quasi più degli altri tre :-) de gustibus

    • Licia scrive:

      Magari devo riprenderlo e rileggerlo.

  5. Jack Harkness scrive:

    Ciao. sono pienamente d’accordo.
    Io tendo a eccedere all’opposto, lurko vari blog ma evito di commentare (il tuo lo seguo saltuariamente da vari anni ed è il primo commento).
    Veramente non capisco come molti riescano a considerare la propria opinione così importante.
    Recentemente con il caso di Vanessa e Greta ho letto commenti assurdi… la gente si polarizza quando ancora non ha elementi per farsi un’idea sensata e deve gridare quello che pensa al mondo. Anzi mi sembra che più si scade nelle semplici opinioni senza un ragionamento logico e fatti a supportarle e più vengono difese come fossero verità assolute.
    Con Robin Williams chi sbaglia non è chi pubblica un epitaffio per quanto stupido o sdolcinato, ma chi risponde… nessuno è obbligato ad apprezzarlo come attore ma perchè rompere le scatole a chi lo vuole ricordare.
    Nonostante questo sono completamente a favore della totale libertà di Internet, più resta anarchico e decentrato e meglio funziona per le cose davvero importanti, principalmente evitare la censura peggiore che tipicamente riguarda i fatti e non le opinioni.
    Quello che si può fare è evitare di produrre troppo rumore inutile e filtrare quello prodotto da altri, alla fine non è difficile capire cosa leggere.
    Anche questo commento è abbastanza inutile quindi potrei evitare di postarlo, ma forse blog e social servono principalmente a sfogarsi e non a produrre qualcosa di utile XD

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