Da ragazzina andai ad Amalfi. Mi piacque moltissimo, ma la prima cosa che notai era che tutto là sembrava ridursi alla scogliera e al mare. Non c’era altro che potessi vedere, se non l’orizzonte sul Tirreno e la montagna dietro di te. Il resto del mondo avrebbe potuto benissimo non esistere. Pensai che fosse bellissimo, ma mi diede anche un certo senso di claustrofobia. Mancava un punto di fuga, e pensai che non avrei mai potuto vivere in un posto così. Quasi venti anni dopo, in un posto quasi così ci vivo eccome.
Dalla mia nuova casa non si vede Roma. La vista della Capitale è una delle cose più ambite ai Castelli, ma a me non manca particolarmente. C’è un punto particolare, quando si sale da Roma ai Castelli, indipendentemente dalla strada che si prende, in cui valichi il cerchio di monti che delimita i crateri di questo antico vulcano, e d’improvviso sai che sei dentro. Tutto quello che esula dal grande cerchio formatosi 360 000 anni fa smette di esistere. La prospettiva si riduce all’anello di monti, alla valle ivi racchiusa, al Tuscolo e a Monte Cavo.
La mattina apro la finestra, e sono scorci di questo cerchio che vedo. L’aria spesso è frizzante, e per una volta il fatto che ci sia il sole non mi dà fastidio. Quando vado al mercato, Monte Cavo si staglia piano davanti a me: il monte di Giove Laziale, sacro ai romani e a chissà quanti altri prima di loro, uno degli ultimi crateri del Vulcano Laziale a essere stati attivi. E tutto sembra ridursi a questo cono sventrato, e poi ricostruito, e ancora sventrato, nella complessa storia geologica di questo luogo.
Qualche giorno fa ci siamo svegliati con un forte temporale. I tuoni riempivano la valle, la pioggia batteva violenta sul tetto. Nel dormiveglia, ho avuto la netta sensazione che fuori dalle mura di casa non ci fosse nulla. E non avevo paura. Piuttosto, ero contenta. Nessun senso di claustrofobia, nessun desiderio di fuga: ero in utero morbido, un uovo che mi proteggeva e scaldava mentre fuori la natura si scatenava.
Forse è perché d’improvviso mi sembra di trovarmi esattamente dove dovrei essere. È una sensazione che non provavo da dieci anni, dai tre mesi incredibili a Monaco di Baviera, la mia patria spirituale. Non credevo avrei mai trovato un posto in cui potessi sentirmi a casa come lì. E ora, quasi dieci anni esatti dopo, a una decina di chilometri dalla città nella quale sono rimasta bloccata per trentanquattro anni, scopro un luogo cui sento di poter appartenere, in cui mi sento a posto. Sono sempre stata convinta che a se stessi non si sfugge, e che il luogo in cui si vive conta alla fine poco. Scopro che non è vero, che guardare dalla finestra uno scorcio di colline e boschi, di piccoli borghi e laghi vulcanici la differenza la fa. E ho paura. Perché la soddisfazione non ha mai fatto granché parte della mia vita. Sono tipo da emozioni improvvise, nel bene e nel male, e adesso scopro la quiete calma di vivere in un luogo che si ama. Non ci sono abituata. Sono stata così tanti anni senza bellezza fuori dalle mura di casa mia da essermi assuefatta a vivere in posti che in fin dei conti non amo. Sì, mi manca la mia vecchia casa, per quel che ci ho vissuto dentro, così come mi mancano tutte le tane della mia vita. Ma qui è diverso. Qui è il mio posto.
Mi chiedo se sia solo un’innamoramento passeggero, se mi stancherò delle colazioni in giardino, delle nuvole che scendono sui crinali di Monte Cavo, delle mucche che pascolano la sera o delle notti al telescopio in giardino. Ma d’improvviso non ha più molta importanza. Conta che io sia qui e ora, là dove avrei dovuto essere molto, molto tempo fa.
SPOTLIGHT
Presentazione per la Libreria Spartaco ed eventi passati
19 novembre 2020, 11:30
Sono giorni complicati e pienissimi di cose. Settimana scorsa, come avete visto, ho fatto tanti eventi. Un altro ci sarà stasera; l’appuntamento è alle ore >>>
I miei prossimi appuntamenti
Venerdì 6 Dicembre – Sabato 7 Dicembre 2019 – Più Libri Più Liberi – Roma
Venerdì 6 Dicembre
h 16.00 – 17.00
Firma copie presso lo stand Comics&Science
h 17.00 – 18.00
Firma copie presso lo stand Tunué
Sabato 7 Dicembre
h 14.00 – 16.00
Firma copie presso lo stand Tunué
h 17.30
Presentazione de Il Re dei Rovi di Marcelo Figueras. Interverranno Francesco Troccoli e l’autore in collegamento da Buenos Aires.
Io mi sono sentita a casa, in pace con me stessa, quando sono andata con i miei genitori e degli amici ad Assisi. È una città fantastica (a mio parere) è tranquilla e ti da un senso di pace, soprattutto a San Damiano… Sono contenta che ora tu ti senta a casa, vorrei avere anch’io quella sensazione…
Salve Licia, mi piace chiamarti solo per nome perché infondo anche se non ci conosciamo sei divenuta una compagna di viaggio. Da meno di un anni mi sono imbattuto nelle Cronache del Mondo Emerso e sento i personaggi e la tua anima così vicini al mio vissuto … In fondo anche io vivevo nel Lazio, conosco la bellezza della natura laziale. A volte sembra che ci siamo dolo squarci di bellezza e poi tutto
Resta vuoto ma tra quei frammenti sacri c’è la vita. Il nido e’ qualcosa che ci da quiete, che non ci fa cadere. Sono molto felice di leggerti.
Io penso sempre che la miglior casa sia la tenda con cui vado in campeggio. Sarà che adoro viaggiare, ma mi sento più a casa in tenda che sotto un tetto.
Hai dovuto aspettare tanti anni ma direi che sei arrivata a casa.
Certo ti (passami il termine) invidio il giardino con cui guardare le stelle (Prato è stretta tra firenze e pistoia, quindi già il piccolo carro è una conquista), l’aria frizzante e un po’ di tranquillità.
Ma sicuramente ti invidio il fatto di sentirla TUA, mentre io al momento dimoro solo in un posto ma non sono a casa.