Archivi tag: Dove Va a Finire il Cielo

Estate Eretina 2016

Post informativo :) .
Dunque, il 18 Luglio partecipo all’Estate Eretina 2016: ci potremo vedere alle 21.00 al Teatro Ramarini di Monterotondo: si parlerà un po’ di stelle. Vi si aspetta!

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Salone del Libro di Torino 2016

Non posso dire di aver smaltito davvero il mio viaggio negli Emirati; qualcosa di me è rimasto da quelle parti, assieme all’orecchino che ho perso il giorno della partenza :P . Comunque, la vita va avanti, ed è tempo di altre fiere. Anche quest’anno, come sempre, sarò al Salone del Libro di Torino. I miei appuntamenti sono i seguenti:

Venerdì 13 Maggio
ore 18.30
Arena Bookstock
Presentazione di Dove Va a Finire il Cielo assieme a Sandrone Dazieri
Segue firma copie

Sabato 14 Maggio
ore 15.00
Arena Bookstock
Evento Scriviamoci 2016/2017
Segue firma copie

Domenica 15 Maggio
ore 11.00
Stand Mondadori
Firma copie

Insomma, ci sono un sacco di occasioni. Venite a incontrarmi, che sto scrivendo una nuova saga e quando faccio una cosa nuova sono sempre piena di dubbi e angosce, per cui, se mi venite a rincuorare, io poi lavoro meglio. Sì, è uno squallidissimo ricatto :P
Vi aspetto!

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Grazia, Donna Moderna e Palermo

Dopo il delirio delle onde gravitazionali (che però ha ancora i suoi strascichi :P ), breve post informativo: oltre che su Grazie uscito giovedì scorso, potrete leggermi, sempre sulla onde gravitazionali, anche sul numero di Donna Moderna di questa settimana.
Questo venerdì, invece, per chi vuole ci vediamo in Sicilia, nello specifico a Palermo, venerdì 26 febbraio, ore 18.30, presso la Sala delle Capriate del complesso Steri. Parleremo principalmente di Dove Va a Finire il Cielo, e ci sarà spazio anche per un’osservazione del cielo al telescopio. Vi aspetto!

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Cucina senza glutine: biscotti di pan di zenzero

So che ho un po’ disertato questa rubrica, ma è che ho proprio disertato la cucina, in questo periodo. Ora però siamo nel pieno della triade: mio compleanno, compleanno di Irene e Natale, per cui il forno è tornato in azione. E, niente, ho fatto un nuovo esperimento, che è andato a buon fine, e quindi voglio parlarvene, in caso ci sia là fuori qualcuno che abbia lottato coi miei stessi problemi.
Io adoro il pan di zenzero. So che non si tratta di una tradizione della nostra cultura, forse l’ho assimilato quando stavo in Germania (dieci anni fa esatti, sob…) e a Natale si trovava ovunque, ma adesso per me non è Natale se non faccio i biscotti al pan di zenzero. Sono piuttosto esigente sul gusto; mi piace con un’esatta proporzione tra le varie spezie, e un marcato sapore di miele. La ricetta che mi è sempre piaciuta è questa qua.
Poi però è arrivata la celiachia, e la farina di grano tenero è uscita dalla mia cucina. Lo scorso anno, santa innocenza, ho provato semplicemente a replicare quella ricetta sostituendo la farina 00 con il preparato per dolci Shär. Ecco, non lo fate perché non funziona. Il sapore è ottimo, nulla da dire, per certi versi migliore di quello della ricetta col glutine, ma la consistenza è pessima: in forno i biscotti si sono praticamente sciolti, e ho trovato problemi a non finire per realizzare il dolce dell’anno, un alberello decorato con la pasta di zucchero, che, con fatica immane, ho dovuto ritagliare a mano dai biscotti sfornati, che avevano la forma di una pozza di qualcosa sciolto dal calore.
Ho provato un’altra ricetta da un blog dedicato alla cucina senza glutine; la consistenza era perfetta, ma il sapore era quello della farina mescolata con qualche spezia. Una roba difficile da mandar giù.
Così sono tornata al mio fido Giallo Zafferano, ma con una modifica; qualche tempo fa ho comprato la gomma di guar. Per i neofiti, si tratta di un addensante; serve a dare compattezza agli impasti e ad addensare creme e altre preparazioni. Sapevo che sono molto usati per la cucina celiaca, perché il grosso problema degli impasti di questo tipo è che senza glutine sono farinosi e “non stanno insieme”. Il glutine infatti crea la famosa maglia glutinica che fa crescere il pane, e in generale tiene insieme la pasta.
Insomma, ho usato la ricetta di Giallo Zafferano aggiungendo 7 gr di gomma di guar (in generale ci vogliono 10 gr di gomma di guar per 500 gr di farina).
Il risultato ve lo faccio vedere in foto perché mi ha davvero stupita: innanzitutto, dopo un anno e mezzo di cucina senza glutine, ho ottenuto il mio primo impasto che si stacca da solo dalle pareti della planetaria. Una roba che, vi giuro, ero commossa.
Fatti i biscotti, li ho infornati. E, meraviglia, non si sciolgono! Mantengono la forma! Gli unici che si sono gonfiati un po’ troppo sono stati quelli messi sulla carta da forno appoggiata alla leccarda. Ne ho fatti altri mettendoli su quei tappetini di silicone che si vendono nei negozi di pasticceria, e sono venuti perfetti, come vedete in foto.
Insomma, per me questa è la soluzione per fare biscotti di pan di zenzero buoni a vedersi e mangiarsi. A Natale proverò a fare lo stesso alberello dello scorso anno e faremo il test definitivo. Ho intenzione di provare la gomma di guar anche sul pane. Al momento sono abbastanza soddisfatta di come mi viene, ma l’impasto è appiccicosissimo e molto difficile da lavorare. Se la gomma mi può aiutare a renderlo meno odioso da lavar via dalla planetaria sarebbe un bel passo avanti.
Bon, spero di essere stata utile a qualcuno che si è trovato di fronte ai miei stessi problemi. Fare dolci senza glutine è molto frustrante, per questo sono contenta quando qualcosa mi riesce esattamente come lo volevo.
En passant, vi ricordo ancora che venerdì 11 Dicembre, alle 20.30, sarò all’Osservatorio Astronomico di Roma, in Via Frascati 33, Monte Porzio Catone, a parlarvi delle ultime notizie in ambito astrofisico. Per prenotazioni, andate qua.

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Dove Va a Finire il Cielo all’Osservatorio di Roma

Spesso mi avete chiesto di fare eventi a Roma; ebbene, il momento è giunto! :P
Dunque, per chi vuole l’11 Dicembre, alle ore 20.30 sarò all’Osservatorio Astronomico di Roma a Monte Porzio Catone per una serata tutta dedicata alla divulgazione: sarà infatti anche aperto il parco dell’Osservatorio, con osservazioni al telescopio e la visita ai musei. Io, per parte mia, parlerò un po’ delle ultime notizie nell’ambito dell’astronomia, quelle che non sono riuscita a infilare in Dove Va a Finire il Cielo perché sono arrivate dopo la chiusura del libro.
Per partecipare occorre prenotarsi qua. Per me si tratta di una serata speciale, perché è all’Osservatorio di Roma che mi sono laureata e dottorata, e spesso ci lavoro ancora. Già ci ero tornata in passato per due eventi divulgativi, ma questa volta presento Dove Va a Finire il Cielo più o meno dove è nato. Per questo mi farebbe davvero piacere che veniste :) .
Insomma, vi aspetto tutti l’11 Dicembre!

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DonnaModernaTalk, i cento anni della relatività e la tv

Breve aggiornamento sul eventi del futuro prossimo.
Giovedì 19 Novembre, ore 18.00, parteciperò al DonnaModernaTalk sul tema Donne e Lavoro, al Bou Tek Space, a Milano. Sarà una cosa aperta al pubblico, e verrà anche trasmessa in streaming. Io sarò anche la prima a parlare, ma, se vedete il programma, c’è un sacco di bella gente che parla :) . Insomma, se potete, sintonizzatevi o venite direttamente a fare il tifo :P
Questa domenica, inoltre, è uscito un mio articolo sui cento anni della Relatività Generale di Einstein, con una breve spiegazione di cosa sia, perché è importante e perché non va d’accordo con la meccanica quantistica. Sono due pagine, ma ci ho messo due giorni. Non sembra, ma scrivere divulgazione è una roba abbastanza complicata :) . L’articolo lo trovate qua, ma se volete lo trovate anche incollato qua sotto.
Infine, sarò ospite a Geo, la trasmissione di RaiTre, il 23 Novembre. Insomma, Dove Va a Finire il Cielo continua il suo percorso, e io con lui; spero mi seguirete anche voi :) .
A giovedì per chi ci sarà!

Il ragazzo che mi piaceva alle superiori un’estate mi regalò una cartolina. Allora ancora si usava. E poiché lui sapeva della mia passione per la fisica, sopra c’era il faccione di Albert Einstein e la sua citazione probabilmente più famosa: «L’immaginazione è più importante della conoscenza». Einstein è uno dei personaggi storici cui vengono messe in bocca più citazioni fasulle. Ma questa è vera. E del resto tutto torna, se si pensa che il giovane Albert, a sedici anni, iniziò a fantasticare su cosa dovesse vedere una persona a cavallo di un raggio di luce: se avesse avuto una torcia in mano, avrebbe visto il fascio luminoso precederlo oppure no?
Forse iniziò da lì, da quel pensiero ozioso, il viaggio che poi l’avrebbe condotto, nel 1915, a formulare la sua teoria più famosa, quella che ha rivoluzionato il nostro modo di intendere l’Universo: la teoria della relatività generale, di cui quest’anno, a novembre, ricorre il centenario.Per capire come Einstein l’abbia formulata, occorre fare qualche passo indietro.
La fisica di fine 800 era già stata rivoluzionata da qualcuno, quel Maxwell delle famose equazioni, che aveva dimostrato che luce, elettricità e magnetismo erano diverse espressioni di uno stesso fenomeno fisico. C’era però un ma. Le leggi di Maxwell indicavano che la velocità della luce fosse costante, cosa che andava contro il senso comune. Per dirla con semplicità: se sono su un treno che va a velocità v, e mi muovo da una carrozza all’altra con velocità V, per un osservatore fermo in stazione la mia velocità complessiva sarà v+V. Ebbene, questo non valeva per la luce. Se il nostro omino sul treno avesse una torcia, secondo le leggi di Maxwell tanto lui che la persona ferma in stazione vedrebbero il raggio di luce muoversi alla velocità c=300.00 km/s.
Per risolvere l’apparente paradosso erano state proposte varie soluzioni, tra cui l’idea che la luce si propagasse all’interno di un mezzo misterioso chiamato etere, che tutti cercavano, ma nessuno era in grado di trovare. L’esperimento più famoso fu quello di Michelson e Morley, che cercarono di misurare eventuali variazioni della velocità della luce dovute al moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole; l’idea era che, ruotando intorno al Sole, la Terra si muovesse anche rispetto all’etere. Ma non trovarono nulla.
Fu proprio Einstein che nel 1905 risolse brillantemente il problema. Partì dall’assunto che la velocità della luce fosse uguale sempre, indipendentemente dal moto dell’osservatore (in termini tecnici si dice che è invariante in ogni sistema di riferimento, a patto che sia inerziale, ossia la velocità abbia sempre la stessa direzione e lo stesso valore nel tempo); questo, assieme al postulato che anche le leggi dell’ottica e dell’elettromagnetismo non cambiassero al cambiare di sistema di riferimento, lo portò alla formulazione della relatività ristretta, che già era portatrice di un bel po’ di strane implicazioni. Ad esempio, dai calcoli veniva fuori che se il nostro omino sul treno misurasse la lunghezza di una sbarra, e lo stesso facesse l’uomo in stazione, le due misure sarebbero state diverse: a patto che le velocità in gioco fossero prossime a quella della luce, le lunghezze si contraevano col moto. E non era tutto: anche le misure di tempo non erano più assolute. Per l’uomo sul treno, il tempo scorreva più lentamente. La teoria ripensava completamente il modo di intendere lo spazio e il tempo: non esistevano più come grandezze assolute, tutto dipendeva dalla velocità del moto. Inoltre, spazio e tempo erano un’unica entità quadridimensionale, lo spazio-tempo, che costituiva il tessuto del nostro Universo.
Ma questa, appunto, era la relatività speciale, ossia valida solo per i sistemi di riferimento inerziali. E se mi trovassi in un ascensore in caduta libera, in cui la velocità aumenta al ritmo dell’accelerazione di gravità g=9.81 m/s^2 (in questo caso, il valore della velocità aumenta col tempo)? O se mi trovassi in una macchina che sta curvando (e qui è la direzione della velocità che varia)?Fu partendo da queste domande che Einstein, grazie all’aiuto del matematico Grossmann, che lo introdusse al calcolo tensoriale, elaborò la teoria della relatività generale, ossia valida in qualsiasi sistema di riferimento.
Le cose vanno così: le masse sono in grado di curvare lo spazio-tempo, esattamente come un peso sferico, poggiato su un tappeto elastico, lo deforma. Senza il peso, la via più breve per andare da un punto A ad un punto B è una retta. Col peso che curva il telo, l’unico modo per andare da A a B restando vincolati al telo è seguirne la curvatura. Ed è esattamente quel che accade nel nostro Universo: la Terra gira attorno al Sole perché il Sole curva lo spazio-tempo, e dunque la Terra non può che seguire questa curvatura. È questo il senso della famosa frase del fisico statunitense Wheeler «la materia dice allo spazio come curvarsi, lo spazio dice alla materia come muoversi».
Può sembrare solo un altro modo di spiegare la forza di gravità: in fin dei conti, al netto di tutto, sia che la diciamo come Newton che come Einstein, la Terra gira intorno al Sole. Ma solo la relatività generale riesce a spiegare alcuni fenomeni: come lo spostamento secolare del perielio di Mercurio, o le lenti gravitazionali, quegli sbaffi che certe volte si vedono nelle immagini di galassie lontane. Si tratta di fotoni provenienti da galassie che si trovano dietro altre più massicce e che, secondo Newton, non dovremmo essere in grado di vedere: e invece i fotoni seguono lo spazio curvato dalle galassie massicce e arrivano fino a noi. Oggi persino i Gps che si trovano nelle nostre macchine funzionano grazie alla relatività generale.
La relatività è una delle teorie che più profondamente ha cambiato il nostro modo di pensare l’Universo, e forse proprio per questo ha avuto così tanta presa sul grande pubblico. I suoi infiniti, straordinari paradossi, il fatto che il tempo, che in noi esseri umani è legato a una dimensione quasi esclusivamente psicologica, non sia assoluto, ma relativo, tutto questo ci affascina, ci induce a un ripensamento delle nostre certezze, che poi è uno dei compiti della Scienza. Inoltre, è una delle teorie meglio testate e che più è stata in grado di predire fatti sperimentali.
Eppure, è nata in qualche modo incompleta. Perché non va d’accordo con un’altra, grande teoria che ha cambiato il nostro modo di pensare, ugualmente piena di paradossi e, al tempo stesso, testata innumerevoli volte sul campo: la meccanica quantistica. Al momento non c’è un modello la cui correttezza sia provata dai fatti per descrivere in modo relativistico il mondo delle particelle subatomiche, il regno della meccanica quantistica. Tecnicamente, si ottengono equazioni prive di significato fisico. Da un punto di vista più intuitivo, il problema è che è difficile descrivere in termini di curvatura dello spazio-tempo un posto in cui le particelle si creano e si distruggono continuamente, increspando il tessuto dell’Universo di continuo, così come la meccanica quantistica ci dice accada a livello delle particelle subatomiche. È questa la nuova frontiera, che da decenni i fisici teorici stanno cercando di indagare. Al momento, una soluzione non c’è, solo tante teorie: quella delle stringhe, quella della gravità quantistica a loop. Tutte perfette dal punto di vista matematico, tutte desolatamente prive di conferme sperimentali, almeno finora.
E così la relatività generale mantiene intatto il suo fascino; quello di una teoria elaborata sostanzialmente da un sol uomo, per altro la cui vita strettamente s’intreccia ai grandi eventi del 900 (pensiamo già solo alla bomba atomica), capace di capovolgere il nostro modo di guardare alle cose. Un ultimo appunto: gira voce nel mondo scientifico che siano state finalmente trovate le onde gravitazionali, le minuscole increspature dello spazio-tempo predette da Einstein, cercate per decenni e mai viste. Sarebbe l’ultimo, grande colpo, per altro nel centenario della teoria: l’ultimo regalo di una mente straordinaria cui tanto dobbiamo in termini di conoscenza, dell’Universo e forse anche di noi stessi.

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Il Cielo finisce in libreria

Oggi esce il mio ventiduesimo libro. Uno dovrebbe essersi abituato, e invece ogni volta c’è una ragione diversa per cui sembra tutto nuovo. In questo caso la ragione è che il libro in questione, Dove Va a Finire il Cielo, è la mia prima incursione nella saggistica.
Ne ho già parlato tanto, sia nei miei incontri pubblici che qua sopra, ma, per i più distratti, faccio un riassunto: si tratta del mio primo libro di divulgazione scientifica, astronomica, per la precisione. L’idea mi girava in testa da tanto tempo, ma solo adesso le cose si sono messe in maniera tale da farmi credere fosse il momento giusto per farlo davvero.
Non sono nuova alla divulgazione: qui sopra ho tenuto per un po’ una rubrica che si chiamava Astronomica (se cercate nell’archivio sotto questo tag dovreste trovare tutti i post), e ho lavorato per tre anni come divulgatrice all’Osservatorio Astronomico di Roma. Ma non avevo mai scritto un libro intero al riguardo. È stata una cosa nuova, difficile e faticosa, ma anche divertente e appassionante. È difficile spiegare perché, ma parlare di scienza mi piace. Farà parte della mia tendenza alla narrazione, che si esprime in tanti in modi: mi rende (a volte insopportabilmente) logorroica, mi fa scrivere i miei libri di narrativa, e infine mi fa raccontare persino l’Universo come fosse un posto pieno di storie.
In ogni caso, anche quest’avventura è giunta al suo compimento e da oggi il libro è completamente vostro. Io, al solito, non riuscirò neppure più a leggerlo, perché poi vorrei cambiare questo, quest’altro, aggiungere la tal cosa e levare la tal altra. Spero vi piaccia, spero vi divertiate, spero soprattutto ci troviate dentro quella passione che mi spinse, tanti anni fa, a decidere di studiare la fisica e l’astrofisica. Non perché dobbiate fare tutti i fisici :P , ma perché l’Universo è un posto meraviglioso, la vita breve, i nostri cervelli minuscoli al confronto del posto in cui viviamo, e allora val la pena spendere un po’ del proprio tempo a contemplare e capire un po’ di questa bellezza.
Per eventi et similia, al solito, controllate questo sito e i miei canali social. Vi posso dire che questo sabato ci sarà una mia intervista su Tuttolibri, l’inserto de La Stampa, e domenica un mio pezzo sulla Relatività Generale, della quale decorre quest’anno (e questo mese) il centenario, su Il Giornale.
Per il resto, spero vogliate seguirmi anche in quest’avventura un po’ diversa dal solito.

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Dove va a finire il cielo? Per ora, a Milano e Lucca

Sì, mi divertono questi scontatissimi giochi di parole :P .
Comunque, questa è una settimana molto importante, per me, perché comincia la promozione di Dove Va a Finire il Cielo, il mio libro divulgativo su astri et similia. In effetti vi avevo già annunciato tutti gli eventi, ma reperita iuvant.
Questo week end sarò a Milano, per Book City. Gli appuntamenti sono due: venerdì 23 Ottobre, ore 15.00, allo Spazio Ex Ansaldo sarò con Cristiano Militello e Federico Buffa per “Carta Vince…sfogliando una vita”, un incontro sull’importanza dei libri nelle nostre vite.
Domenica 25 Ottobre, invece, ore 13.00, sarò al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci con Stefano Moriggi e Umberto Guidoni per parlare di cielo, spazio e stelle.
Sabato 24 Ottobre, infine, ore 16.30, sarò alla Libreria Ubik di Voghera.
Fin qui, Book City e annessi.
Il week end successivo, lietamente ricordato come “il week end dei Morti”, sarò a Lucca Comics & Games; sono anche miracolosamente apparsa sul programma ufficiale della fiera!
Dunque, il 30 Ottobre, ore 18.15, appuntamento all’Auditorium San Girolamo per la proiezione in anteprima del corto fan made realizzato da Elia Rosa e Erica Andreose e ispirato alle Cronache del Mondo Emerso. Ci sarò anch’io, ed è mia intenzione esserci in cosplay ;) .
Il 31 Ottobre, alle ore 14.00, all’Auditorium San Romano, parleremo invece di Dove Va a Finire il Cielo con Divier Nelli e Alessandro Stanchi.
Infine, il 1 Novembre, alle ore 11.00, all’Auditorium San Romano, parteciperò a una tavola rotonda sulle eroine fantasy con Herbie Brennan, Matteo Strukul e Alwyn Hamilton.
Dunque, per me questo è un momento importante: volevo fare questo libro divulgativo da anni, l’ho fatto con grande passione e anche una discreta fatica per essere accurata, semplice e divertente, per cui il vostro supporto e la vostra presenza in questi incontri mi farebbe enorme piacere. Insomma, siateci ;) .
Ci vediamo!

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Le news

Sicché è giunto il giorno di darvi la notizia. È incredibile che ancora nessuno l’abbia trovata in giro, perché è pieno di indizi, a volte di rivelazioni palesi. Solo che nessuno ci ha pensato. Tutti lì a concentrarsi su Pandora2, la nuova saga, una roba fuori serie nuova…e invece no. Ho fatto una cosa diversa, con la quale non mi ero mai cimentata prima. Proprio perché è una cosa diversa, non ve ne ho parlato, se non con accenni laterali e oscuri che, per fortuna – che cacchio, non posso essere sempre l’ultima a dare gli annunci delle mie cose :P – nessuno ha colto.
Vabbeh, dai, bando alla ciance, scopriamo il telo: ho fatto un libro con la mia foto dietro! Ci credete? Dopo quasi dodici anni di onorata carriera, c’ho anch’io il libro con la quarta occupata dal mio bel faccione. E in una foto che mi piace! Incredibile! Eh, lo so, siete scioccati. Anch’io. En passant, il libro è questo:

Dove Va a Finire il Cielo

Colpo di scena! Il mitologico progetto di cui nessuno sapeva niente è questo. Ho scritto un libro divulgativo. Lo volevo fare da tipo dieci anni, credo, e immagino si fosse percepito da certe discussioni sulla mia pagina Facebook, o dai post che ho fatto qua sopra sotto il capello Astronomica, ma alla fine solo adesso l’Universo si è disposto in modo tale da permettermelo.
Ora, per è una roba enorme: è un genere nel quale praticamente non mi sono mai cimentata, in un mondo, quello della divulgazione, che ho frequentato per tre anni, ma che non ho più praticato assiduamente da almeno sette. E poi qui non parlo di mondi inventati da me, che quindi nessuno può conoscere meglio di me: no, parlo del nostro Universo, e là fuori è pieno di gente che ne sa più di me. Comunque. Ho cercato di fare una cosa divertente, io almeno mi sono divertita molto a scriverlo. Qua e là ho cercato di spiegare cosa fa uno scienziato (attingendo a torbidi aneddoti della mia vita…), perché, non so voi, ma io prima di farlo avevo idee al riguardo nebulose e confuse, tipo di gente col camice e le pettinature sbarazzine. Ma prima di tutto, ho cercato di farvi divertire con le cose pazze, bellissime, incredibili che popolano il nostro cielo. Speriamo di esserci riusciti.
Il libro esce il 10 novembre, ma ci sarà un’anteprima per BookCity e per Lucca Comics & Games. E qui veniamo alla seconda parte delle rivelazioni. Tra fine ottobre e inizio novembre farò un po’ di cosette.
Innanzitutto, appunto, sarò presente a BookCity, a Milano, per due eventi: il 23 Ottobre, nello spazio Ex-Ansaldo, ore 15.00, presenterò Dove Va a Finire il Cielo con Cristiano Militello e Federico Buffa. Il 25 Ottobre, invece, ore 13.00, sarò al Museo Nazionale della Scienza Leonardo Da Vinci per presentare il libro con Stefano Moriggi e Umberto Guidoni, che immagino non debba presentarvi :P .
Anche a Lucca si parlerà di stelle: nello specifico presenterò Dove Va a Finire il Cielo il 31 Ottobre, ore 14.00, all’Auditorium San Romano assieme a Divier Nelli. Dopo la presentazione seguirà firma copie.
Ora, lasciado per un attimo da parte Dove Va a Finire il Cielo, a Lucca avrò altri due incontri: domenica 1 Novembre, ore 10.30, all’Auditorium San Romano, parteciperò a una tavola rotonda con Matteo Strukul, Herbie Brennan e Alwyn Hamilton; quest’ultima è un’esordiente che ha scritto un libro fantasy che sto leggendo in questo periodo, Rebel – Il Deserto in Fiamme, che mi sta piacendo davvero parecchio. Seguirà firma copie.
Per chiudere, la chicca conservata per ultima: venerdì 30 Ottobre, ore 18.00, all’Auditorium San Girolamo, ci sarà la proiezione pubblica del corto ispirato alle Cronache e realizzato da Erica Andreose e Elia Rosa. Ci sarò anch’io – non mancherei per nulla al mondo :P – e vi aspetto numerosi!
Donc, per ora, tutto qua. Al solito, restate sintonizzati per eventuali aggiornamenti.

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