In famiglia siamo praticamente tutti amanti dell’inverno. Le più appassionate siamo io e mia madre, ma anche Giuliano fa parte del novero, e Irene mi sa che si sta avviando sulla stessa strada, visto l’amore per le copertine sotto cui infilarsi sul divano e la passione recente per il cappello da Babbo Natale. Ci piace il freddo, ci piace la montagna. Eppure, per essere così appassionati di gelo, siamo stranamente devoti all’acqua.
Oggi diventeremo praticamente una famiglia anfibia. Oggi, infatti, Irene farà la sua prima lezione in piscina. Al momento di scegliere uno sport da farle praticare, non ho avuto neppure un dubbio: perché io adoro nuotare, perché, anche per ragioni di sicurezza, è meglio saperlo fare, e prima lo impari meglio è, e perché se sai nuotare ti si apre letteralmente un mondo intero. Spero le piacerà, ma non mi faccio troppe illusioni: quand’ero bambina odiavo andare a nuoto, tranne poi rivalutare il tutto verso i tredici anni, quando divenne il mio sport.
Comunque, se Irene oggi scoprirà il mondo della superficie dell’acqua, io ho il mio battesimo con l’autorespiratore: dopo lo studio teorico, oggi faccio la prima lezione sub in piscina. Lo so che mi immergo in un posto che mi è familiare ben più del 90% dei posti che frequento in superficie, lo so che non è niente di che, ma, ahò, per me è l’inizio, per cui sono eccitata e emozionata. Per un’immersione in due metri di acqua col cloro. Ma non è per questo che mi rende adorabile?
. Seee, me piacerebbe…Comunque, ieri ho anche comprato la muta. Ahimé, non ne fanno à la Lady Gaga, ossia strane/buffe/colorate/assurde, e mi sono accontentata di una con dei disegnini su braccia e gambe. Perché vabbeh la comodità, ma l’estro vuole sempre la sua parte. L’ho indossata tre volte in dodici ore. Forse dovrei darmi una calmata.
Al quadro occorre aggiungere mia madre, che da ieri è entusiasta allieva di un corso di acquagym, Giuliano, che non lo vuole confessare, ma, dopo esserci stato costretto da me, inizia a godersi le due due nuotate settimanali, e mio padre, che viene anche lui in vasca due volte a settimana assieme a me.
Che ci volete fare, in noi il richiamo delle origini primordiali della vita è forte. Il fatto è che io sono molto più a mio agio in acqua che fuori. Se fuori sono goffa, mi faccio male facilmente e ho scarso controllo del mio corpo, in acqua tutto cambia. In acqua braccia e gambe fanno finalmente quel che dico io, ed ho quella meravigliosa sensazione di riuscire a muovermi esattamente come voglio, in pace con me stessa e con l’elemento che mi circonda. Mi piace persino l’odore del cloro, che è oggettivamente orrendo.
Se rinasco, voglio essere un lamantino.
nuoto