Ieri ho avuto una visita medica – semplice controllo annuale -. Per una disguido che ha coronato una simpatica giornata di casini vari, ho dovuto aspettare più del previsto, indi per cui mi sono fatta una cultura di giornali da medico. Avete presente, no? Quella roba che in generale non leggeresti mai, scelta tra le pubblicazioni più leggere acquistabili in edicola, assolutamente prive di connotazione politica, sia mai, e atte a soddisfare un vasto pubblico, con preponderanza di vecchiette col diabete, che, ahimè, sono quelle che frequentano di più gli studi medici. Mi sono letta dunque ben due numeri della stessa rivista, di cui è “è bene e pio si taccia ormai anche il nome” cit. (lo so che cito sempre la stessa roba, ma se uno se la legge quindici volte, poi è normale che si ricordi anche i punti e le virgole). Dirò solo che aveva tutte le caratteristiche del prodotto per l’italiano medio, magari italianA, con articoli equamente divisi tra cronaca nera e gossip.
Sfogliando sfogliando, mi imbatto in un articolo sui funerali di Dalla. Leggo, perché mi interessa più del caso di Avetrana e della storia d’amore Belen/Corona. Foto della folla, citazioni dalle sue canzoni, elenco dei personaggi famosi presenti alla cerimonia. Ed eccolo: Marco Alemanno. Confesso che a questo punto sono curiosa di sapere come lo definiranno: in tv se n’è sentita di ogni, solo per evitare di sfiorare anche solo l’idea che Alemanno potesse essere sentimentalmente legato a Dalla. E invece la rivista mi stupisce. Marco Alemanno, corista, amico è compagno da più di dieci anni di Dalla. Così. Senza dire né ai né bai. Tranquillo. Ma c’è di più.
L’articolo si chiude ribadendo che Alemanno è il compagno di Dalla, e accennando che intorno alla questione si è aperta una sterile diatriba sulla sessualità del cantante. La chiusa è meravigliosa, l’articolo finisce con queste esatte parole: “ognuno farà l’amore come gli va”, da Caro Amico ti Scrivo.
Sono rimasta un po’ così, ho guardato il giornale con affetto, pensando addirittura di comprarlo, qualche volta, così, solo per simpatia.
Ora, ovviamente non c’è niente do rivoluzionario in sé in un articolo del genere, è quel che ci si aspetterebbe di leggere sui giornali se fossimo un paese maturo, realmente democratico, davvero libero. Ma se uno pensa alla testata, si rende invece conto che quelle quattro paroline sono straordinarie. Non stiamo parlando di un giornale liberal-progressista, non è Liberazione, non è neppure un quotidiano. È un settimanale rivolto alla massaia di Voghera, che, per quanto mi schifi come espressione, è il modo perfetto di indicare quell’italiano medio cui guardano i politici quando vogliono tirar su voti, quella massa indistinta di gente che non è né di destra né di sinistra, che è qualunquista e tutto sommato piccolo borghese. È la pancia del paese, quelli che fanno vincere Berlusconi. E a costoro, questo giornale parla apertamente di due uomini che hanno convissuto per dieci anni, che si sono amati per dieci anni. E siccome un settimanale del genere non ha certo l’ambizione di cambiare i propri lettori, ma al massimo di dar loro quel che desiderano, io non credo che l’autore dell’articolo si sia espresso così per spiegare ai suoi lettori che l’omosessualità è solo una delle mille varianti del comportamento sessuale umano. Ha scritto quel che ha scritto perché sente che i suoi lettori la vedono così, che l’immagine di un ragazzo affranto per la morte del compagno sia comprensibilissima e densa di pietas anche per la casalinga di Voghera.
Vi dirò, quelle tre righe m’hanno tirata un po’ su. Forse il “paese reale” – sto facendo raccolta di beceri luoghi comuni, oggi… – è più avanti di quanto crediamo, forse qualcosa cambia anche nella pancia di questa nazione, quella che in teoria più aderisce supinamente ai “valori tradizionali”. Forse è la politica che vuole vederci beceri, vecchi, ancorati a un sistema etico ormai stantio. Io lo spero, lo spero un sacco. Perché a volte mi sembra che più in basso di così c’è solo da scavare.
P.S.
Oggi ultima intervista per Nautilus, argomento teatro. Al solito, il canale è il 146 del digitale o l’806 di Sky, gli orari 11:30, 15:30, 19:30 e 23:30. Visto che siamo alla fine, ne approfitto per ringraziare tutte le persone con cui ho lavorato per Nautilus, per me è stato davvero un piacere. Non sempre mi sento presa sul serio, nel lavoro che faccio, e la cosa a volte, lo ammetto, mi pesa. Così, quando mi viene data l’occasione di parlare di qualche argomento un po’ laterale al fantasy, ma comunque connesso alla mia attività di scrittrice, mi fa sempre tantissimo piacere. È stato bello, davvero.