Qualcuno di voi, forse, si è chiesto che fine avessi fatto in queste ultime due settimane. Tra questi, magari tutti si sono risposti che ero in ferie. Esatto. Negli ultimi quindici giorni ho deciso di fare l’unica cosa che mi permette di sopportare vagamente l’estate: andarmene al mare con famiglia.
Quest’anno, stufa dei traghetti che ti danno anche due ore di ritardo e delle file apocalittiche per salire e scendere dagli stessi, abbiamo deciso per una meta raggiungibile in macchina: ce ne siamo andati a Marina di Camerota, in Cilento. Per me è stato una specie di viaggio a ritroso nel tempo, perché c’ero stata da bambina, quando avevo tipo otto anni. Lo ricordavo come un posto splendido, ma erano ricordi lontani, e intanto sono passati venticinque anni, sufficienti a mandare tutto in vacca. E invece non solo il Cilento è bello quanto lo ricordavo: di più. Il mare è quella meraviglia azzurra che mi strappò un “oh!” di stupore quando la vidi la prima volta arrivando dall’alto della costa rocciosa, l’entroterra è spettacolare, e la gente, vabbeh, la gente è fantastica, che dire. I popoli mediterranei hanno qualcosa in più – senza nulla togliere ai nordici, che, come sapete, amo molto -: sarà la cultura greca che tutto sommato ci accomuna tutti, il sangue misto che abbiamo nelle vene, o le mille disavventure che abbiamo vissuto durante la nostra storia, ma l’accoglienza, il culto dell’ospitalità, ce l’abbiamo nel sangue. È una generalizzazione, ovvio, ma le mie esperienze in giro per le coste mediterranee e per l’Europa del sud mi hanno spinta a pensarla così.
Tra l’altro è stata una vacanza in cui, dopo anni di culto della montagna, ho riscoperto il mare: complice uno dei miei ultimi acquisti – la mia ormai adorata Canon Powershot D20, macchina fotografica subacquea da battaglia – ho ripreso in mano pinne e maschera e mi sono fatta dei bei giretti in solitaria tra scogli e calette solitarie. Ho scoperto luoghi meravigliosi, ho nuotato in mezzo a banchi di pesci per nulla infastiditi dalla mia presenza, mi sono accorta che probabilmente i mari tropicali son più belli e colorati, non lo nego, ma anche il mediterraneo, e anche a bassissime profondità, ha le sue cartucce da spararsi. Sto pensando di fare un corso sub, perché se a due metri c’è già tutta quella roba, figurarsi cosa deve essere a venti o trenta.
Se siete curiosi, qui potete trovare un po’ di foto dell’esperienza. Qui invece un altro luogo di meraviglia: Paestum. Se non ci siete mai stati, vi consiglio di andarci: i templi sono meravigliosi, il sito è ben tenuto e il museo è un gioiellino. Tra l’altro lo stato di conservazione del tutto è fantastico, vale davvero la pena.
A proposito di luoghi splendidi, vi avviso che il 9 agosto, questo venerdì, sarò in Sardegna, a Portoscuso, per partecipare al festival Parole Sotto la Torre: l’appuntamento è alle 22.00 alla Tonnara Su Pranu. Vi aspetto!
Vi lascio con un brevissimo video di una spiaggetta minuscola, uso singola, accessibile solo dal mare, che ho scoperto pinneggiando lungo la costa: favolosa.
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