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Un po’ di freddo e molta bellezza

Più o meno tutti gli anni, giunta a Ferragosto ogni mia residua voglia di estate è scomparsa. L’estate per me ha avuto un senso solo finché andavo a scuola. Allora ogni anno era diverso da quello precedente, e l’estate era quasi sempre un’avventura. Fino ai 18 le ricordo più o meno tutte, perché ognuna ha avuto qualcosa di particolare. Non che amassi l’estate, ma sapevo godermi le ferie, ecco.
Poi sono andata all’università, e la mia prima estate da aspirante fisico l’ho passata a preparare analisi 1. Da allora ho sempre studiato o lavorato, spesso più che durante il resto dell’anno, e dato che il mio fisico funziona molto meglio col freddo che col caldo, ho smesso di aver simpatia per questa stagione. Adesso la tollero. Sì, mi piace andare a mare – a patto che sia un bel mare, e non il solito carnaio con contorno di acqua torbida -, adoro potermi lavare i capelli tutti i giorni senza doverli asciugare, apprezzo la possibilità di vestirmi leggera. Ma a Ferragosto questi vantaggi non bastano più a farmi sopportare l’umidità, le zanzare, e il caldo che spesso a Roma supera i 40° in scioltezza.
Per questa ragione, più o meno ogni anno da quando ero incinta vado a rubare un po’ di autunno all’estate. Lo faccio andando in Val Gardena; a fine agosto lì è praticamente autunno. A volte piove, ma per me non è un problema, anzi: mi piace. Una passeggiata per il bosco spesso si può fare anche con una lieve pioggia, e in ogni caso io vado lì appositamente ad assaggiare l’autunno, e l’autunno è pioggia.
Poi c’è la bellezza. Quando mi trasferii in questo quartiere ero contenta: rispetto alla borgata di prima qui c’erano ampi spazi, un po’ di campagna romana e la vista delle colline dei Castelli. Poi, non lo so, ho iniziato disamorarmi. Mi manca la natura. Il prato sotto le mie finestre da solo non mi basta per cogliere il cambio di stagione – senza contare che stando così all’aperto siamo soggetti a folate di vento devastanti – e sento che nella mia vita di cittadina manca un po’ di bellezza. E in Val Gardena ce n’è tantissima. Che si tratti di un bosco fitto, di una valle che si apre a sorpresa tra i monti, o delle cime brulle e prive di vita di un massiccio roccioso, tutto invita alla contemplazione. E io ho bisogno di cose belle, in qualche modo la cosa mi ricarica, mi aiuta ad affrontare questìaltro mese di caldo che ci aspetta qui a Roma.
Purtroppo le mie capacità di fotografa sono quelle che sono, ma comunque qui trovate un piccolo assaggio di Tirolo, con l’avviso che è molto più bello di così.
State in stand bye perché a breve ci saranno novità sui miei futuri spostamenti in giro per l’Italia.

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